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Olimpiadi. Nel giorno della cerimonia inaugurale è bene ricordare Edoardo Mangiarotti, il “Michael Phelps” italiano

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Edoardo Mangiarotti / Google licenza libera

Quando si parla di Italia e di Giochi olimpici, è sempre doveroso ricordare la figura di Edoardo Mangiarotti. Lo schermidore lombardo è, ancora oggi, l’atleta più medagliato nella storia del nostro Paese nell’ambito della manifestazione a Cinque cerchi.

Nato nel 1919, figlio d’arte e cresciuto agonisticamente a Milano, il brianzolo ha conseguito complessivamente 13 medaglie tra il 1936 (quando era un teenager) e il 1960 (quando era ormai entrato nel campo degli anta). Di esse, 4 sono individuali (bronzo nella spada a Londra 1948; oro nella spada e argento nel fioretto a Helsinki 1952; bronzo nella spada a Melbourne 1956). Altre 9 sono giunte nelle prove a squadre.

Il medagliere personale di Mangiarotti racchiude 6 ori, 5 argenti e 2 bronzi! Un bottino che, al termine di Roma 1960, gli consentì di diventare l’atleta con il maggior numero di medaglie olimpiche al collo. Per intenderci, parliamo del ruolo che oggi viene ricoperto da Michael Phelps.

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Se guardiamo a entrambi i sessi, l’italiano venne superato già a Tokyo 1964 dalla ginnasta sovietica Larisa Latynina. Viceversa, in ambito maschile, lo schermidore azzurro cedette il primato solo vent’anni dopo al russo Nikolai Andrianov, a sua volta proveniente dalla ginnastica artistica.

Ancora oggi, Mangiarotti detiene però dei record nell’ambito della scherma. Nessuno ha vinto 13 medaglie complessive; nessuno si è fregiato di 8 medaglie nella spada, arma in cui nessuno ha conseguito 5 ori.

Abbiamo peraltro una certezza. Non esiste italiano che possa superarlo nei prossimi giorni. A seconda di come andranno gli eventi, la situazione potrebbe però cambiare tra un anno e mezzo.

Se allarghiamo l’orizzonte alle discipline invernali, Arianna Fontana (11 medaglie) potrebbe minacciare il corregionale durante Milano-Cortina 2026. Se ne riparlerà a tempo debito. Oggi è il giorno della cerimonia inaugurale di Parigi 2024, al resto si penserà poi.

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