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Pallanuoto, Chiara Tabani: “Nel 2021 eravamo in mille pezzi, poi siamo rinate. Alle Olimpiadi per accendere i fari”

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Chiara Tabani
Tabani / IPA Sport

Chiara Tabani è una delle due atlete del Setterosa ad aver già partecipato ai Giochi, avendo conquistato la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016: l’azzurra, con la squadra del CT Carlo Silipo, a Parigi 2024 dovrà superare un girone che potrebbe diventare complicato. Nella fase ad eliminazione diretta, però, il Setterosa, poi, potrà provare a far saltare il banco, per entrare in zona medaglie e tornare sul podio olimpico dopo la finale giocata e persa contro gli Stati Uniti otto anni fa, quando Chiara Tabani faceva già parte del gruppo azzurro.

Cosa significa per te tornare alle Olimpiadi 8 anni dopo l’argento di Rio 2016?
È un emozione diversa ed unica, perché comunque è un’Olimpiade a sé. Sicuramente sarà piena di sorprese e la vivrò con un atteggiamento diverso rispetto a quando avevo 21 anni“.

In mezzo ci sono stati il COVID, la grande delusione di Tokyo 2020 ed un gruppo che è ripartito da zero e con tante giovani: quanto è stato professionalmente difficile questo percorso?
In mezzo ci sono stati tantissimi ostacoli, anche brutti ricordi, come la non qualificazione a Tokyo. Sicuramente questi 8 anni di separazione da Rio hanno avuto anche bei momenti, come in questi ultimi anni, ma i primi dopo Rio sono stati molto difficili, perché non riuscivamo mai a fare risultato, arrivando fino alla mancata qualificazione: lì per me è stato proprio come se in quel momento fossi caduta in mille pezzi. Sapevo cosa significasse andare alle Olimpiadi, quindi, quando lo provi una volta e poi non riesci a tornarci è veramente una cosa bruttissima. Adesso pensiamo al presente: sono veramente entusiasta e contentissima della qualificazione, andremo lì per vincere fino alla fine“.

Il Setterosa, in questi ultimi anni, è stato capace di raggiungere picchi altissimi, come sconfiggere gli USA ai Mondiali, per poi magari perdersi nei momenti decisivi. Come spiegare questi alti e bassi?
Come ho detto prima, questi ultimi anni sono stati molto belli, ci sono stati pro e contro sicuramente, però abbiamo più risultati, ci siamo fatte rivedere, cioè siamo rinate. Ci sono questi picchi perché comunque è normale in questo sport, molte volte la determinazione e la convinzione sono molto importanti, quando magari ti perdi un po’ in piccolezze non riesci ad essere così concentrato e determinato, ed allora non lo sei anche in partita. Sono molto fiduciosa, perché quando sbagli sai dove sbagli, cerchi sempre di migliorare, d’ora in poi, nelle prossime partite, non ripeteremo magari i picchi bassi, ma cercheremo sempre di essere sul picco giusto“.

Si può dire che, dopo Tokyo 2020, la qualificazione olimpica per Parigi fosse diventata un peso opprimente per voi?
Opprimente non proprio, però sicuramente la paura di non qualificarsi, una volta che l’hai vissuta, sai cosa significa. Come sai cosa significa andarci. La volevamo a tutti i costi, anche se abbiamo patito fino all’ultima chance. Ce l’abbiamo fatta, quindi adesso pensiamo a quando andremo là“.

A Parigi partite a fari spenti, nessuno si aspetta l’exploit da parte vostra: la condizione migliore per stupire?
A Parigi partiremo a mille, a fari spenti, ma li accenderemo subito, con la convinzione giusta di fare sempre risultato e con la determinazione di sapere tutte quante insieme quale sia l’obiettivo comune, quindi partita dopo partita, dando il massimo, poi vedremo giorno dopo giorno“.

Avete un girone di ferro, ma questo potrebbe paradossalmente portare ad un quarto di finale maggiormente alla portata. Come si affronta un torneo sapendo che, di fatto, ci si giocherà quasi tutto nel quarto di finale?
Sicuramente il nostro girone è più difficile dell’altro. E, come hai detto, se fai bene nel girone, ovviamente, il quarto potrebbe essere magari più agevole, ma per me alle Olimpiadi non c’è la parola agevole, perché secondo me tutti siamo ad alto livello. Il quarto è una partita a sé, devi entrare e giocare al massimo, perché non puoi partire scarico o magari, anche inconsciamente, deconcentrato, pensando che l’altra squadra sia più debole, perché ognuno in quel momento vuole vincere, tutti siamo allo stesso livello, quindi chi verrà, verrà, l’importante è iniziare bene e concludere al massimo“.

Le statunitensi sono le favorite, ma danno la sensazione di essere meno imbattibili rispetto al passato: confermi?
Le statunitensi comunque sono ad un livello molto alto di pallanuoto, perché, come sappiamo, sono tantissime, poi hanno queste università, queste possibilità di allenamento incredibili, un lavoro dietro esagerato. Rispetto a Rio, sono comunque forti, ma non sono comunque i mostri che io ricordo, perché prima batterle era veramente non impossibile, ma molto difficile. Ad oggi è comunque difficile, è una squadra diversa, però hanno sempre la stessa determinazione, la stessa mentalità, e comunque questa squadra cresce con la mentalità forte, ed è molto importante il modo in cui vieni formato quando sei piccolo, quindi sì, magari rispetto a Rio è una squadra diversa, ma sono comunque molto forti“.

Perché la Grecia vi dà così fastidio come avversaria?
Questa cosa ancora non la sappiamo bene, non ti so rispondere. Non lo so, forse è proprio una cosa mentale, non riusciamo mai ad avere la nostra miglior prestazione contro di loro. Affrontiamo anche questa cosa, la miglioreremo. Anche alle Olimpiadi sono nel nostro girone. Ormai il passato è passato, ora si pensa al futuro“.

Sarà la tua ultima Olimpiade o lasci una porta aperta per Los Angeles 2028?
Chissà, non lo so, non mi piace parlare prima di queste cose, sono una giocatrice che si gode sempre il momento, attimo per attimo, anno per anno. Quindi vedremo, vediamo che situazione fisica avrò a 33-34 anni, quindi non si sa. Chi vivrà, vedrà“.

Quale futuro vedi per la pallanuoto femminile in Italia? Ci sono delle giovani sulle quali costruire un ciclo?
Io spero che ci sia un grandissimo futuro, perché è sempre bello sperare che le giovani poi diventino il Setterosa, quindi voglio essere positiva per questa giovanile, che poi diventerà grande. Ci sono delle giovani che, se vorranno, se avranno la testa, perché tutto parte da li, dalla tua determinazione, e, soprattutto, dal tuo status mentale, da quello che vuoi e da quello che vuoi raggiungere, chi avrà questa motivazione, soprattutto mentale, allora potrà arrivare. Ci sono tantissime ragazzine, come Lavinia Papi, anche Morena Leone, anche Olimpia Sesena, che è il portiere, che sono molto giovani e che secondo me potrebbero veramente fare un salto di qualità, ma dipende sempre da loro“.

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