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Paolini verso la finale di Wimbledon: “Proverò a godermela e a divertirmi, non sarà una passeggiata”

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Jasmine Paolini
Paolini / Lapresse

Al termine della semifinale femminile di singolare più lunga della storia del torneo, Jasmine Paolini ha battuto in rimonta Donna Vekic (10-8 nel super tie-break del terzo set) approdando alla finale di Wimbledon 2024. Un risultato gigantesco per la 28enne toscana, che si appresta ad affrontare domani nell’ultimo atto dei Championships sull’erba londinese la ceca Barbora Krejcikova.

Non lo so se credo nel destino. Credo che alla fine, quando scendi in campo, a volte in un punto puoi avere fortuna, un nastro, una riga, però quello che conta è lottare su ogni palla, altrimenti diventa difficile vincere le partite, però ci vedo poca fortuna. Il match di oggi era veramente tanto equilibrato, quindi ci sta che un punto andato bene o andato male ti faccia vincere il match. Entrambe ci siamo meritate di arrivare a quel punto del match dove le cose erano veramente vicine. Poi se avessi perso 6-2 6-2, e il rischio c’era perché ero davvero in difficoltà, probabilmente non starei nemmeno qui a parlare del nastro, della fortuna e del destino“, racconta la numero 1 d’Italia in conferenza stampa.

Oggi non ero così rilassata. Facevo tanta fatica a muovermi, più degli altri giorni. Il tetto era aperto, io ho giocato quasi tutto il torneo indoor a parte il primo turno, però sono sorpresa di come sto affrontando quello che sta accadendo. Cerco di farlo con naturalezza, e godendomi ciò che viene, senza mettermi troppa pressione addosso e ricordandomi di essere grata di essere in questa posizione, perché per me è molto importante ricordarsi da dove si viene, quello che si è sognato e ci sono adesso, quindi devo esserne felice“, dichiara l’azzurra.

FINALE A WIMBLEDON! Jasmine Paolini piega Donna Vekic al tie-break del terzo set dopo una lotta furibonda: il sogno continua!

All’inizio lei stava giocando veramente bene e serviva bene, facevo veramente tanta fatica. Cercavo un po’ di variare ma non era assolutamente facile perché sull’erba la palla ti arriva sempre bassa e cambiare la traiettoria non è così semplice. Però alla fine l’ho scampata. Lei mi ha messo in difficoltà col suo gioco, io servivo un po’ peggio, anzi assai peggio rispetto alla scorsa volta e questo fa tutta la differenza del mondo su questa superficie. Ma penso che lei abbia fatto un grandissimo match, ha sbagliato pochissime palle, quindi c’è anche l’avversaria e va riconosciuto che mi abbia messo in grossa difficoltà“, prosegue Paolini.

Sull’eventuale vantaggio di aver già vissuto una finale Slam:Anche se ne ho già giocata una, la prossima rimane comunque una finale Slam. Spero di entrare in campo cercando di fare una buona partita, di godermela e di divertirmi. Non sarà una passeggiata, ma siamo in finale, è normale che sia così. Cercherò di prepararla come un’altra partita, nel senso che si scende in campo cercando di capire cosa fare meglio rispetto al turno precedente e si prova a lottare su ogni punto“.

Sulla capacità di resettare mentalmente dopo i primi due match point sfumati: “Può succedere. Nel primo ha servito bene lei, potevo almeno mettere in campo la risposta però i punti dopo lei ha giocato bene. Ero con l’acqua alla gola ma in qualche modo sono riuscita a nuotare. Poi ho avuto un altro match point dove non ho spinto, sicuramente ero a favore di vento e cercavo di trattenere la palla sennò mi scappava lunga sicuramente, però se avessi perso oggi ci avrei pensato a quel match point. Sull’ultimo poi mi sono detta di spingere perché era la cosa giusta da fare“.

Sulla maniera in cui è riuscita a girare la partita:È stata durissima, però ho provato a restar lì sempre aspettando una chance. Nei game di servizio facevo fatica, lei li teneva facilmente. Non è stato facile. Alla fine, quando sono andata 5-4, ho detto: ‘Magari adesso un paio di errori me li fa’. Come ero sotto pressione io, lo era anche lei, può capitare. Sono stata lì e mi sono ripetuta di spingere, altrimenti spingeva lei, ed è andata bene. Il terzo set poi è stato una montagna russa, però con la stessa mentalità del secondo ce l’abbiamo fatta“.

Dichiarazioni da Vanni Gibertini

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