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Parigi 2024, Misaki Emura “tigre da medaglia d’oro”. La portabandiera giapponese trionferà anche alle Olimpiadi dopo i due successi iridati?

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Misaki Emura
Emura / La Presse

Misaki Emura si presenterà ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 nella veste di bi-campionessa del mondo in carica. La venticinquenne giapponese ha difatti conquistato la medaglia d’oro sia ai Mondiali del Cairo 2022 che in quelli di Milano 2023. Entrambi i trionfi hanno avuto in comune il fatto di non essere arrivati da favorita assoluta.

L’asiatica era certamente tra le papabili per issarsi sul gradino più alto del podio, ma due anni orsono i risultati della stagione davano più credito ad Anna Bashta e Manon Brunet. L’azera, non a caso, fu proprio l’avversaria superata dalla nipponica in finale; la francese dovette invece rinunciare all’appuntamento iridato a causa di un infortunio.

Dodici mesi fa, le principali “indiziate” per fregiarsi del metallo più pregiato erano Sara Balzer, Theodora Gkountoura e Despina Georgiadou. La transalpina venne però clamorosamente sconfitta dalla bulgara Yoana Ilieva nei quarti di finale, mentre le due greche furono battute da Emura rispettivamente in semifinale e in finale.

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Definirle due affermazioni da “outsider” sarebbe eccessivo. Diciamo che la giapponese non è mai partita in prima fila in un appuntamento con medaglie in palio, cominciando sempre nel ruolo di una delle “principali alternative”. Proprio come avverrà a Parigi. Tutti guardano soprattutto a Sara Balzer e Olga Kharlan, alle cui spalle incombe però la figura di Misaki.

Questa clutchness, l’abilità di dare il meglio di sé nei momenti più importanti, ha generato grande fiducia su di lei. Il Giappone l’ha scelta addirittura come portabandiera femminile durante la cerimonia d’apertura. Una decisione senza precedenti. Mai, una schermitrice, era stata insignita di tale onore nella terra del Sol Levante.

Emura sarà la quarta donna a presentarsi al via di un’edizione dei Giochi nel ruolo di bi-campionessa del mondo. L’unica capace di aggiungere l’oro olimpico ai due iridati è stata la fiorettista ungherese Ilona Elek a Berlino 1936.

Viceversa, a Sydney 2000, la spadista francese Laura Flessel (non solo vincitrice dei due Mondiali precedenti, ma anche dell’oro di Atlanta) si dovette inchinare in semifinale alla magiara Timea Nagy. Infine, a Rio de Janeiro 2016, la spadista azzurra Rossella Fiamingo, iridata nel 2014 e 2015, cedette in finale a Emese Szasz, proveniente da… Budapest!

Insomma, gira che ti rigira, in un modo o nell’altro c’è sempre l’Ungheria di mezzo! Emura dovrà avere un occhio di riguardo per la zona di tabellone in cui finiranno le varie Anna Marton, Lisa Puszai e Luca Szucs, decisamente meno quotate di lei nel ranking mondiale?

Ci penserà a tempo debito. Oggi porterà orgogliosamente la Hinomaru, la bandiera del Giappone, durante la cerimonia inaugurale. Al tabellone e alla possibilità di diventare la prima schermitrice nipponica a conquistare una medaglia olimpica, ci penserà lunedì.

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