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Perché Cobolli e Sonego sono stati alleati indiretti di Sinner nella sfida contro Shelton

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Cobolli, Sonego / LaPresse

Non c’è solo l’impegno in singolare per Ben Shelton in questa edizione di Wimbledon. Il giocatore americano, infatti, è coinvolto anche nel torneo di doppio. Dopo che, per diverso tempo, la pioggia ne ha rinviato l’esordio, questo è arrivato insieme a Mackenzie McDonald, contro Flavio Cobolli e Lorenzo Sonego.

All’atto pratico, anche un bel segnale di lealtà da parte del 2002 di Atlanta, che avrebbe potuto rinunciare all’evento e invece non lo ha disdetto, scegliendo così una via diversa da Emma Raducanu (in relazione al mancato doppio misto con Andy Murray) e da tantissime persone prima di lei. Molto comune è, infatti, la scelta di saltare il doppio per preservarsi in vista del singolare quando la programmazione diventa ingestibile.

Iniziato relativamente tardi, quando il sole stava già iniziando a lasciar spazio ad alcune ombre, il match si è protratto ulteriormente a causa dello scroscio d’acqua che, fra gli altri, ha spaventato Lorenzo Musetti, riuscito alla fine a chiudere senza necessità di spezzettamenti (e anche il programma generale si è miracolosamente chiuso in tempo, almeno per i singolari).

McDonald e Shelton, una volta giunti sul 6-2 del primo set, non sono riusciti a scrollarsi di dosso Cobolli e Sonego, con i due italiani che li hanno portati anche a dover cedere il secondo set per 7-3 al tie-break. Inevitabile il rinvio a oggi (ovviamente dopo il singolare del nativo della Georgia con Jannik Sinner), ma è inevitabile pensare al fatto che i due azzurri siano riusciti a impegnare molto più del dovuto Shelton come a una specie di favore che, alla fine dei conti, sono riusciti a fare al loro connazionale aggiungendo tempo in campo (un’ora, precisamente).

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