Olimpiadi

Scherma, a Parigi 2024 la Francia sogna l’en plein. Serve l’oro nella sciabola femminile. Per l’Italia due “lacune” da colmare

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Sara Balzer / La Presse

La scorsa settimana è stato spiegato perché una medaglia d’oro della Francia nel settore femminile rappresenterebbe un conseguimento senza precedenti. Se questa, eventuale, affermazione dovesse concretizzarsi nella sciabola (dove Sara Balzer è la numero 1 del ranking mondiale e les Bleues sono le favorite assolute), si verificherebbe un doppio accadimento epocale.

La Francia ha infatti già vinto in cinque dei sei ambiti in cui è possibile imporsi, avendo ottenuto almeno un successo a Cinque cerchi in tutte le armi della sfera maschile, nonché nel fioretto e nella spada dell’altra metà del cielo. All’appello manca, appunto, solo la sciabola riservata alle donne.

Anne-Lise Touya, una delle più grandi sciabolatrici di inizio XXI secolo, si è fregiata di 2 ori mondiali (2001, 2005) senza però mai calcare il podio olimpico. Su di esso, le transalpine si sono issate per la prima volta solo a Tokyo 2021 grazie al bronzo di Manon Brunet e all’argento nel team event. In entrambi i casi furono fermate da chi rappresentava il comitato olimpico russo, bandito da Parigi.

Scherma, Parigi 2024. La maledizione femminile colpirà anche la Francia? Non esistono ori olimpici vinti sulle pedane di casa!

La Russia, Lupa in fabula, è l’unica nazione a essersi imposta in ogni ambito possibile e immaginabile. Se nei prossimi giorni la Francia dovesse affermarsi nella sciabola femminile, chiuderebbe a sua volta il cerchio, diventando il secondo Paese a fare “sei su sei”.

Non esistono altri movimenti nazionali così vicini all’en plein. All’Italia mancano spada e sciabola femminili; all’Ungheria fioretto maschile e sciabola femminile; alla Germania tutta la sciabola; Cina e Romania sono lacunose nella spada maschile e nella sciabola femminile; infine la Corea del Sud difetta di fioretto e spada femminili.

A Parigi 2024, alcuni Paesi appena citati non parteciperanno neppure nei settori in cui sono ancora a quota “zero”. In linea teorica, Italia, Ungheria e Cina possono provare a completare la collezione. Sarebbe però sensazionale, perché significherebbe vincere in due sfere differenti a oggi ancora tabù.

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