Olimpiadi
Scherma, a Parigi 2024 verrà varcata l’ultima frontiera? L’Africa sogna il suo primo oro olimpico
“Scherma, ultima frontiera. Eccovi le tematiche fornite dalla disciplina durante il suo ciclo quadriennale. Dirette all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altri orizzonti e prospettive. Fino ad arrivare dove nessun uomo (o donna) è mai giunto prima”.
In ambito olimpico, la scherma è stata dominata per decenni dalle nazioni europee. Non potrebbe essere altrimenti. Si è registrata qualche affermazione americana, propiziata da dinamiche di carattere geografico, tra il 1900 e il 1904. Però, sino al 1996, quasi tutte le medaglie d’oro sono finite nel Vecchio continente.
In maniera finanche simbolica, Sidney 2000 – collocata a cavallo di XX e XXI secolo – ha regalato la prima medaglia d’oro asiatica. Merito del fiorettista coreano Yeong-ho Kim. Successivamente, è venuto meno qualsiasi equivoco legato all’America (sia il Nord che il Sud si sono fregiati del metallo più pregiato). Ora si guarda all’Africa e la domanda è se Parigi 2024 regalerà il primo trionfo di uno schermidore proveniente dal Continente Nero.
A referto ci sono già due medaglie africane, entrambe nel fioretto. A Londra 2012, l’egiziano Alaaeldin Abouelkassem si issò alla finale, dove cedette al cinese Lei Sheng, conseguendo comunque un epocale argento. A Rio de Janeiro 2016 anche l’altra metà del cielo spezzò il ghiaccio grazie alla tunisina Inès Boubakri, battuta in semifinale da Elisa Di Francisca, ma capace di superare la russa Aida Shanaeva nell’assalto decisivo per il bronzo.
Chi sono gli africani da tenere maggiormente d’occhio nei Giochi della capitale francese? Nel settore maschile, riflettori puntati sull’Egitto. Nella sciabola Ziad El-Sissy è uno dei favoriti, mentre nel fioretto Mohamed Hamza è uno degli outsider più pericolosi. Inoltre, il tunisino Fares Ferjani rappresenta una delle più classiche “mine vaganti” della sciabola.
In ambito femminile, occhio di riguardo per la quasi trentottenne Alexandra Ndolo. Bavarese di nascita, ha rappresentato la Germania sino al 2022. Subito dopo aver artigliato la medaglia d’argento ai Mondiali del Cairo, ha cambiato nazionalità, abbandonando quella della madre per abbracciare quella del padre.
Sarà della partita a Parigi, in rappresentanza del Kenya. In un’arma come la spada, dove la proverbiale “giornata di grazia” spalanca le porte della gloria a chiunque, non andrà sottovalutata. Non tirerà solo per sé, bensì per un continente intero, pronto ad aggiungersi all’elenco di quelli già in grado di primeggiare.