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Superbike, Toprak Razgatlioglu nel 2024 come Valentino Rossi in MotoGP nel 2004? Quando l’uomo fa la differenza sulla moto

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Razgatlioglu / Valerio Origo

Tra le uniche due gare di MotoGP previste tra metà giugno e inizio agosto, viene spontaneo lanciare una riflecazione, crasi tra riflessione e provocazione. Il weekend del 14-16 giugno, durante il quale si sarebbe dovuto correre in Kazakistan, è stato caratterizzato dalla tripletta di Toprak Razgatlioglu a Misano in Superbike.

Il turco ha vinto sia Gara-I che Gara-II, primeggiando anche nella Superpole race incastonata nel mezzo. Si tratta di un conseguimento rimarchevole, soprattutto perché giunto in sella alla Bmw. Molti, per non dire tutti, avevano storto il naso nel momento in cui l’anatolico aveva effettuato la scelta di legarsi alla Casa tedesca e di restare nel Mondiale dedicato alle derivate di serie.

C’è chi aveva definito questa mossa un “suicidio agonistico”. Non a torto, perché i risultati del marchio bavarese erano letteralmente deficitari, se rapportati agli investimenti effettuati. Anni e anni trascorsi in un ruolo da comprimari, con un’unica estemporanea vittoria nell’autunno 2021 (anzi, mezza vittoria, perché giunta in una Superpole race), stavano tramutando in un flop clamoroso l’impegno dei teutonici in Superbike.

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Invece l’arrivo di Razgatlioglu ha completamente cambiato la dimensione della M1000R, improvvisamente scopertasi moto in grado di passare per prima sotto la bandiera a scacchi. Sono 6 le affermazioni centrate da Toprak nelle 12 competizioni disputatesi sinora. Gli altri piloti dell’azienda tedesca, viceversa, continuano a non toccare palla.

L’uomo fa, dunque, la differenza sul mezzo. Una dinamica del genere, nel motociclismo, non la si vedeva da 20 anni, ovvero da quando Valentino Rossi scelse di montare in sella a una Yamaha in piena crisi, riportandola al titolo iridato dopo un’attesa infinita.

Eccola, la provocazione. Può essere il Razgatlioglu della Superbike 2024 ciò che il Dottore è stato nella MotoGP del 2004? La strada verso il Mondiale è ancora lunga, eppure non è così impervia o impraticabile come (quasi) tutti credevano.

La riflessione riguarda, invece, il valore che potrebbe essere espresso dal turco nel Motomondiale. Le moto ormai si guidano in maniera totalmente diversa. Quanto viene fatto in MotoGP è quasi contro natura. Pieghe fisicamente impossibili, sono state rese possibili dal proliferare delle appendici aerodinamiche. Questo significa che determinati talenti potrebbero non essere trasferiti da un ambito all’altro con semplicità.

Toprak avrebbe potuto montare in sella a una M1, ma ha preferito restare dove si è già laureato Campione del Mondo nel 2021. Chissà se, in futuro, tenterà l’avventura anche fra i prototipi. Magari quando cambieranno i regolamenti? Sarebbe un nuovo orizzonte per chi, nella stagione corrente, è già impegnato in una sfida notevole. Quella dell’uomo contro la macchina.

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