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Ciclismo
Tadej Pogacar risponde alle accuse di doping: “Chi vince ha sempre degli haters e nel caso sarebbe stupido usare certe sostanze”
Troppo forte per essere vero? Nel ciclismo, purtroppo, i sospetti un po’ vengono a galla pensando a un passato in cui sovente le prestazioni sensazionali dei corridori erano poi accompagnate dall’uso di sostanze dopanti. Quanto sta facendo e ha fatto lo sloveno Tadej Pogacar ha lasciato tutti a bocca aperta e alimenta l’animo di chi fatica a credere a quanto stia avvenendo.
L’asso del pedale ha fatto suo il terzo Tour de France della propria carriera, ma l’affermazione di quest’anno ha assunto un peso specifico diverso perché frutto di sei successi di tappa e a completare una doppietta Giro-Tour che non si verificava dai tempi di Marco Pantani (1998). Inoltre, Pogacar ha migliorato lo storico record del 1970 quando il mitico Eddy Merck nelle due celebri corse a tappe ottenne in totale undici vittorie nelle singole frazioni. L’alfiere della UAE Team Emirates, con il successo nella cronometro conclusiva di ieri, è arrivato a dodici.
E così, tra gli scettici, c’è chi dubita della buonafede del ciclista sloveno. Nei Paesi Bassi, il noto analista e commentatore di calcio olandese Jack van Gelder ha lanciato gravi accuse di doping nei confronti del vincitore del Tour: “Continuano a trovare nuove cose. Non può essere che continuino a correre più veloci e a performare meglio. Semplicemente non è possibile. Ci sono limiti nel corpo umano. A un certo punto, non è più in grado di fare ciò che vorremmo fosse in grado di fare in linea di principio. Deve essere più veloce, più alto e migliore e a un certo punto sei limitato. Pogacar apparentemente non ha questa limitazione: sale quattro minuti più veloce di chiunque nella storia abbia mai fatto“, le parole di van Gelder, in relazione alla scalata di Plateau de Beille, di 3’44” migliroe di quella di Marco Pantani. Una considerazione non corretta, se si tiene conto del fatto che Tadej abbia fatto meglio di 1’08” rispetto al suo rivale Jonas Vingegaard.
In conferenza stampa, il n.1 del ciclismo mondiale ha dichiarato: “In ogni sport, in ogni situazione della vita, se qualcuno vince, c’è sempre gelosia, ci sono sempre gli “haters”. Se non hai “odiatori”, non hai successo. Ci saranno sempre dei dubbi, perché il ciclismo è stato molto danneggiato in passato, prima della mia generazione. Nel ciclismo, l’agenzia mondiale antidoping e l’UCI hanno investito molto tempo e denaro per rendere lo sport pulito, e penso che sia uno degli sport più puliti nel mondo a causa di quanto accaduto diversi anni fa”, ha affermato il campione sloveno.
“Sarebbe totalmente stupido doparsi, ne va della salute. Non ne vale la pena. Si può pedalare solo fino a 35 anni e dopo ci sono altri modi per godersi la vita. Sarebbe davvero stupido buttare via tutto e rischiare la vita per una gara. È solo un gioco, vogliamo vincere, ma non è tutto. La cosa più importante è essere in salute“, ha concluso la Maglia Gialla di questo Tour.