Ciclismo
Tadej Pogacar vince i Grandi Giri con vantaggi siderali: i margini enormi tra Giro d’Italia e Tour de France
Tadej Pogacar vincerà ufficialmente domani il suo quarto Grande Giro della carriera, il terzo Tour de France. Lo sloveno riesce a fare la doppietta Giro-Tour per la prima volta dal 1998, quando a riuscirci fu il compianto Marco Pantani. Di fuoriclasse in fuoriclasse, il corridore della UAE Team Emirates si è imposto sia al Giro d’Italia che al Tour de France, con vantaggi impressionanti sugli avversari.
La caratteristica di imprimere distacchi siderali agli avversari è comune a praticamente tutti gli ultimi Grandi Giri vinti da Pogi. Fatta eccezione per il Tour 2020, quando vinse in rimonta ai danni del connazionale Primoz Roglic con un numero nella cronoscalata della Planche des Belles Filles, nelle altre occasioni è stato sempre un monopolio.
Nel 2021 il classe 1998 di Klanec vinse con un margine di 5’20” su Jonas Vingegaard, di 7’03” su Richard Carapaz, di 10’02” su Ben O’Connor e un margine di 18’34” sulla decima posizione di Rigoberto Uran. Al Giro d’Italia di quest’anno ha inflitto 9’56” a Daniel Martinez che è arrivato secondo, 10’24” su Geraint Thomas terzo, 12’07” su Ben O’Connor quarto e 21’11” su Michael Storer decimo.
Al Tour de France sono stati solo Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel a contenere il divario da questo extraterrestre: il danese prima della crono è a 5’14”, il belga a 8’04”. Per trovare il quarto bisogna arrivare a un ritardo di 16’45” con Joao Almeida, per chiudere la top 10 c’è Giulio Ciccone a 25’48”, mentre il ventesimo (Enric Mas) è addirittura a oltre un’ora di ritardo, per l’esattezza 1h6’49”. Una differenza ai limiti dell’imbarazzante con gli avversari per questo fuoriclasse che ha la qualità di non voler lasciare nulla agli avversari, neppure le briciole, di voler vincere ogni sprint, ogni tappa laddove abbia un’occasione.