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Tennis, Olimpiadi Parigi 2024: i favoriti dei tornei di doppio. Rebus misto
Non di soli tornei di singolare vive il contesto delle Olimpiadi di Parigi 2024. Nei tornei di doppio, infatti, si sono vissute alcune delle storie più belle a cinque cerchi da quando il tennis è rientrato a Seul 1988. Si va dal colpo di mano canadese di Sebastien Lareau e Daniel Nestor sui Woodies australiani, Todd Woodbridge e Mark Woodforde, al primo oro cinese nella storia di questo sport ad Atene 2004 con Li Ting e Tiantian Sun, proprio mentre, quasi contemporaneamente, Nicolas Massu e Fernando Gonzalez davano il primo oro al Cile nella storia, ma in generale.
E poi ancora le tre volte delle Williams, Roger Federer e Stan Wawrinka che battono fior di specialisti con il picco dei Bryan e degli svedesi Aspelin/Johansson a Pechino 2008 (i gemelli si sarebbero rifatti a Londra 2012), finanche al secondo oro di Rafael Nadal nel 2016 dopo quello in singolare nel 2008, stavolta in coppia con Marc Lopez.
In quest’occasione i campioni in carica si ripresentano in entrambi i tabelloni: da una parte Nikola Mektic e Mate Pavic in quota Croazia, dall’altra, per la Cechia, Barbora Krejcikova e Katerina Siniakova. Le premesse, però, sono anche molto diverse perché, nel frattempo, queste coppie hanno preso strade diverse sui circuiti ATP e WTA, per cui non si può dire abbiano i favori del pronostico.
Tennis, Olimpiadi Parigi 2024: tutti gli iscritti al tabellone femminile e maschile
Al Roland Garros, dove si tornerà a giocare un mese e mezzo dopo lo Slam parigino, ci sarà anche tanto profumo d’Italia, se non altro perché con tre finali e una semifinale in quattro tornei su cinque c’è da ritenere molto, molto importante il livello delle possibilità di ritrovare una medaglia a cent’anni di distanza da Uberto de Morpurgo. Che, va ricordato, non la prese negli impianti al Bois de Boulogne, ma all’attuale Stade Yves du Manoir, al tempo più semplicemente noto come Stade de Colombes, che ospitò una quantità inenarrabile di competizioni.
Si parte dal settore maschile, dove per Simone Bolelli e Andrea Vavassori le chance sono indubbiamente elevate. Tra i pochi a poter mantenere l’accoppiamento che già c’è sul tour ATP, i due italiani arrivano al torneo olimpico sulla scia di due finali Slam e un primo turno a Wimbledon che è tale solo perché a sconfiggerli sono stati i futuri vincitori, Heliovaara e Patten. Nella loro stessa situazione, tra i più accreditati, ci sono Andres Molteni e Maximo Gonzalez per l’Argentina, Kevin Krawietz e Tim Puetz per la Germania.
Per il resto ci sono varie situazioni ibride, che vanno da Matthew Ebden e John Peers per l’Australia a Joe Salisbury e Neal Skupski, che pur essendo ottimi doppisti non sono abituati a giocare assieme. Da rimarcare anche il fatto che Mektic e Pavic, pur essendo campioni olimpici in carica, rientrano in questa categoria, proprio perché ormai non usano più giocare assieme sul circuito. E chissà se ritroveranno sensazioni e meccanismi di Tokyo.
Un capitolo a parte lo meritano le coppie di singolaristi di grido. Ne spiccano soprattutto tre. Innanzitutto, Carlos Alcaraz e Rafael Nadal: sono in pochi ad avere dubbi sul fatto che, se ci sia una speranza di oro per il maiorchino, questa passi dall’accoppiata con il murciano, che la corsa alla medaglia più preziosa la farà di sicuro anche in singolare. Poi, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti: è una coppia totalmente inedita, ma che solletica le fantasie di tanti per le varie differenze dei due sul campo. E poi c’è l’accoppiata USA Taylor Fritz/Tommy Paul, entrambi provenienti da un buon anno, anche se forse questo è il doppio meno quotato tra quelli citati per certa misura. Da rimarcare anche l’ultimo ballo di Andy Murray, in coppia con Dan Evans, prima del saluto allo sport che fino all’ultimo ha voluto onorare, fino al punto di allungarsi di cinque anni la carriera.
Per quel che riguarda il contesto femminile, a Sara Errani e Jasmine Paolini toccano favori del pronostico importanti, visto che sulla terra rossa si ritrovano ad avere davvero pochissime rivali. E, come i loro colleghi uomini, sfruttano il fatto di fare coppia fissa, al contrario di numerose altre che sono messe insieme per l’occasione, oppure vi ritornano. Una certezza c’è: dopo anni in cui la bolognese, con Roberta Vinci, si trovò prima a doversi fermare ai quarti contro le Williams a Londra 2012 e poi, a Rio 2016, a fermarsi in un match che fu per pochi con Safarova/Strycova, stavolta le opportunità sembrano anche più alte che mai in tema di medaglia.
Inevitabile puntare il dito sul meglio delle avversarie possibili, che poi sono suddivise su due coppie. Con una le azzurre hanno giocato e perso al terzo turno a Wimbledon, vale a dire Coco Gauff e Jessica Pegula, già coppia stabile in passato e che ha dimostrato di poter ancora valere parecchio (e sul rosso tale valore di certo non diminuisce). Con l’altra la questione è pericolosa, perché Barbora Krejcikova e Katerina Siniakova riunite sono una potenziale garanzia di speranze (enormi) per la Cechia. Peraltro, nel Paese soprattutto per la nuova campionessa di Wimbledon c’è un’attesa a livelli giganteschi: ogni suo passo è seguito con un’attenzione quasi maniacale. Ed è comprensibile, visto che stiamo parlando di chi è riuscita a confermare il proprio valore vincendo due Slam in singolare e affrancandosi definitivamente dal ruolo di specialista del doppio.
Tanti doppi, come e più rispetto al maschile, sono ricavati da situazioni di accoppiamento temporaneo. Su-Wei Hsieh, insieme alla belga Elise Mertens, di solito è uno spettacolo da vedere, ma stavolta la seconda non c’è e la taiwanese dovrà far coppia con Chia-yi Tsao. Giocatrice discreta, questo sì, ma di fatto su Hsieh e sulla sua infinita fantasia ricadrà molto. Attenzione a Erin Routliffe e Lulu Sun, se non altro perché, oltre a un’ottima doppista, la Nuova Zelanda ha pescato all’improvviso una singolarista di un signor livello. In quota USA per Desirae Krawczyk c’è l’affiancamento con Danielle Collins (il che ha provocato l’ira di Nicole Melichar-Martinez, non selezionata pur essendo top ten). L’Australia potrebbe scombinare qualche carta con Ellen Perez e Daria Saville, da seguire già solo per la loro simpatia che emerge dal lato social, mentre l’Ucraina punta sulle gemelle Kichenok. Tutto da capire il doppio russo Alexandrova/Vesnina, se non altro per i precedenti della seconda nella specialità. Difficilmente assurgeranno a protagoniste Elisabetta Cocciaretto e Lucia Bronzetti, che possono puntare di più a qualcosa di buono in singolare.
Una nota a parte va fatta per il misto, nel quale, salvo sorprese, dovrebbero esserci per l’Italia Sara Errani e Andrea Vavassori. In questo caso ancora non è nota l’entry list, e per questo è anche difficile pensare a qualsivoglia tipo di pronostico. Certo è che la Polonia avrebbe avuto una serie di chance importanti con Iga Swiatek e Hubert Hurkacz, prima del forfait del secondo. Di notizie ce ne sono poche e incerte circa le coppie al via, e saranno tutte chiarite domani.