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Tennis, Parigi 2024. Dopo 100 anni l’Italia tornerà a medaglia? Azzurri mai così forti al via di un’edizione olimpica

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Jannik Sinner / LaPresse

Più dei tanti sport di nuova generazione che faranno il loro ingresso nel programma dei Giochi olimpici di Parigi 2024, una delle discipline da seguire con maggiore attenzione in ottica italiana sarà il tennis. Corsi e ricorsi storici si sprecano in un ambito dove il nostro Paese non ha mai vinto.

Giustappunto in questi giorni, ricorre il centenario dell’unica medaglia azzurra. Si tratta del bronzo conseguito da Uberto de Morpurgo proprio in un’edizione olimpica parigina, quella del 1924. Il triestino sorvolò i primi tre turni, quindi dovette sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione del belga Jean Washer negli ottavi di finale, imponendosi 8-6 al quinto set.

Dopo un’agile affermazione nei quarti di finale, de Morpurgo si arrese in quattro set allo statunitense Vincent Richards, attestandosi però poi sul gradino più basso del podio grazie a una tiratissima vittoria sul francese Jean Borotra nel match per il bronzo.

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A seguire, il tennis è uscito dal programma olimpico per 64 anni. Nessuna opportunità per i vari Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e per tutti i loro contemporanei. Svariate generazioni di giocatori italiani non ha avuto neppure la possibilità di prendere parte ai Giochi.

Da quando questi si sono aperti ai professionisti (Seul 1988), l’Italia non è ancora andata a medaglia. Il tema è quanto mai d’attualità, perché mai come quest’anno le racchette azzurre si presenteranno al via della manifestazione a Cinque cerchi con l’ambizione di agguantare il metallo più pregiato.

I risultati del tennis italiano nel 2024 parlano da soli, sarebbe stucchevole ripeterli. Sono arrivate vittorie negli Slam e nei 1.000, sia nel settore maschile che in quello femminile. Inoltre, in cima al ranking ATP, sventola per la prima volta nella storia il vessillo tricolore. A Parigi assisteremo a un’altra “prima volta”, in questo caso a Cinque cerchi?

In realtà, considerando il bilancio complessivo, già tornare sul podio (senza essere sul gradino più alto) potrebbe essere considerato un successo. Dopotutto, 100 anni di digiuno sono davvero un’eternità. La speranza è che non si vada oltre!

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