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Tiro a volo, Olimpiadi Parigi 2024: i favoriti gara per gara e le speranze di medaglia dell’Italia

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Diana Bacosi
Diana Bacosi / Lapresse

Un piattello dopo l’altro verso la gloria a Cinque Cerchi. Il tiro a volo alle Olimpiadi di Parigi 2024 si preannuncia come uno degli sport individuali più combattuti, e per questi difficili da pronosticare, di tutto il panorama delle discipline che si alterneranno nelle due settimane di gare sul suo francese.

Cinque i contest in agenda, 2 al maschile e 2 al femminile, a cui aggiungere una competizione di Mixed Team: il trap maschile e il trap femminile, lo skeet maschile e lo skeet femminile e poi lo skeet misto, che in questa occasione si prende “l’alternanza di programma” inaugurata tre anni fa a Tokyo dal trap.

Entrando nel dettaglio vediamo quali saranno i favoriti e le favorite gara per gara, con l’Italia che proverà, con i suoi 8 rappresentati (il massimo possibile, ndr), a recitare un ruolo da protagonista.

TIRO A VOLO, PARIGI 2024: I FAVORITI GARA PER GARA E LE SPERANZE DELL’ITALIA

Trap Maschile
1. Alberto Fernandez (Spagna)
2. James Willett (Australia)
3. Matthew John Coward-Holley (Gran Bretagna)

Sulla carta l’iberico Fernandez, numero uno del ranking, e campione olimpico nel Mixed Team di Trap a Tokyo, ha una chance irripetibile, anche perché a Lonato del Garda, agli Europei di un mese e mezzo fa ha mostrato di essere in grande forma. A contendergli il gradino più alto del podio potrebbe esserci un James Willett alla caccia della sua prima medaglia olimpica personale, che quest’anno ha dimostrato di essere in palla (1 vittoria e 1 podio in CdM). Per il bronzo poi la caccia potrebbe aprirsi a tanti contendenti: dal britannico Matthew John Coward-Holley, che questa medaglia l’ha vinta tre anni fa, agli altri “volponi della specialità” come il croato Giovanni Cernogoraz e il rappresentante della Repubblica Ceca Jiri Liptak, che pur non avendo vissuto anni incredibili nel post Tokyo è comunque il campione in carica della specialità. In ottica italiana, a proposito di atleti espertissimi, Giovanni Pellielo e Mauro De Filippis potrebbero rappresentare la carta degli “outsiders” meno considerati e magari in grado di sovvertire i pronostici. Il primo obiettivo per loro però, sarà quello di ragionare sull’accesso alla finale e poi da lì vedere (chance di medaglia per l’Italia: 25%).

Trap Femminile
1. Zuzana Rehak Stefecekova (Slovacchia)
2. Jessica Rossi (Italia)
3. Fatima Galvez (Spagna)

La “Regina” del trap punta alla seconda medaglia d’oro consecutiva, dopo quella vinta a Tokyo e alla quarta, in totale a livello olimpico, in un palmares che comprende anche due argenti (Pechino 2008 e Londra 2012). Che possa essere insidiata da una Jessica Rossi in grado di ritrovare lo smalto dei giorni migliori e di vivere l’avvicinamento ai Giochi in maniera più tranquilla, dopo la piacevole ma stressante marcia di avvicinamento da portabandiera alle ultime Olimpiadi? La parola alle pedane, in un campo partenti che vedrà in posizione buonissima anche la spagnola Galvez, rivale di Stefecekova e Rossi ormai da anni, in un lotto di pretendenti alle medaglie che comprenderà anche le australiane Catherine Skinner e Penny Smith, la libanese Ray Bassil e l’altra italiana in concorso, ovvero Silvana Stanco, che a Tokyo ha già trovato la prima finale olimpica della sua carriera (chance di medaglia per l’Italia: 60%). Alessandra Perilli: rappresenterà ancora una volta San Marino, questa volta però con meno possibilità, almeno in prima battuta, di salire sul podio, vista anche la non facile qualificazione ottenuta.

Skeet Maschile 
1. Vincent Hancock (Stati Uniti)
2. Ben Llewelin (Gran Bretagna)
3. Azmy Mehelba (Egitto)

Chi spodesterà il “Re” dello skeet, che va a caccia del suo quarto oro olimpico? Hancock è il favorito per il primo gradino del podio, al netto del ranking e dei risultati dell’ultimo anno. Da lì in poi, una bagarre, dove a spuntarla potrebbero essere il solido britannico Llewelin e l’egiziano “dal colpo secco” Mehelba. Partono leggermente dietro, ma non sono assolutamente da sottovalutare sia Gabriele Rossetti, che nel 2016 ha “interrotto” la striscia dorata di Hancock vincendo il titolo in brasile, sia Tammaro Cassandro, che una finale olimpica l’ha già messa a referto nella sua carriera (6° posto a Tokyo). Con loro, in questo gruppo pronto ad approfittare della pressione che sarà messa sugli altri vi sono anche il danese Jesper Hansen (argento a Tokyo) e il beniamino di casa: il tiratore muscolare francese Eric Delaunay, anche lui in finale a Tokyo con il 5° posto conclusivo (chance di medaglia per l’Italia: 35%).

Trap femminile
1. Dania Jo Vizzi (Stati Uniti)
2. Diana Bacosi (Italia)
3. Danka Bartekova (Slovacchia)

Testa a testa Stati Uniti vs. Italia, senza nessun dubbio, almeno all’inizio. La verità è che Diana Bacosi, a caccia della sua terza medaglia olimpica, dopo l’oro di Rio e l’argento di Tokyo, e l’aver completato il “Grande Slam” vincendo gli Europei a Lonato del Garda, sarà nella morsa delle statunitensi, perché oltre a Dania Jo Vizzi, l’azzurra si dovrà guardare anche dal “pressing indiretto” di Austen Jewell Smith. Attenzione però perché in questo clima da “sguardi roventi” anche le doti di una Martina Bartolomei alla sua prima Olimpiade, ma con un carattere che in pedana spesso ha fornito importanti dividendi, potrebbero risultate importanti. E Danka Bartekova? Vista la sua grande esperienza e la sua capacità di lettura delle gare, la slovacca potrebbe essere la tiratrice a sorpresa in grado di occupare uno dei gradini del podio, come fatto a Londra 2012, quando si seppe prendere un pesantissimo bronzo (chance di medaglia per l’Italia: 75%).

Skeet Mixed Team
1. Italia
2. Stati Uniti
3. Francia

Anche qui è molto probabile, vista la qualità degli interpreti, che il duello fra l’Italia e gli Stati Uniti possa ripetersi, magari rovesciando l’ordine del risultato dei precedenti contest. Chance di inserimento per la Francia padrona di casa e magari la Repubblica Ceca, entrambe porteranno coppie di spessore. Mine vaganti: Germania, Grecia e Kazakistan (chance di medaglia per l’Italia: 80%).

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