Seguici su

Ciclismo

Tour de France 2024, il percorso della terza settimana: arrivano le Alpi, cronometro all’ultima tappa!

Pubblicato

il

Tadej Pogacar
Pogacar / LaPresse

Dopo l’infuocato weekend sui Pirenei il Tour de France oggi si gode il secondo ed ultimo giorno di riposo. In maglia gialla c’è Tadej Pogacar, che nell’ultimo weekend ha fatto un passo importante verso una doppietta storica. Un menù veramente ricco, con l’unica occasione per velocisti che sarà nella giornata di domani. Poi tre tapponi in cui abbonda la strada che va in salita, una frazione adatta alle fughe e la grandissima novità della cronometro finale.

Martedì 16, sedicesima tappa: Gruissan  –  Nîmes (188.6 km)

L’unica frazione che offre pochi spunti, con lo scenario tattico che dovrebbe vedere arrivare il gruppo a giocarsi l’ultima volata sul traguardo di Nimes. Chilometraggio non così contenuto, per una giornata che comunque si farà sentire. C’è un solo GPM al 112 km: la Côte de Fambetou(1,2 km al 5,5%), poi qualche sali scendi ma niente di incontrollabile per le squadre dei velocisti rimasti. Praticamente ultimo appello per Jasper Philipsen.

Mercoledì 17, diciassettesima tappa: Saint-Paul-Trois-Châteaux  –  Superdévoluy (177.8 km)

Tappa che vede una lunghissima attesa fino al gran finale, con un falsopiano tendente a salire infinito che accompagnerà il gruppo praticamente fino agli ultimi quaranta chilometri. Da qui si inizia a fare davvero sul serio: Col Bayard (6,8 km al 7,3%), seguito dal Col du Noyer (7,5 km all’8,1%), a quota 1664 metri, che dà anche secondi di abbuono allo scollinamento, prima dell’ascesa finale a Superdévoluy (3,8 km al 5,9%), ma è solo l’antipasto per quello che arriverà nei giorni successivi.

Giovedì 18, diciottesima tappa: Gap  –  Barcelonnette (179.5 km)

Frazione da classica e adatta alle fughe che potrebbe servire a Mathieu Van der Poel per scaldare la gamba in vista delle imminenti Olimpiadi. Prima di ciò che arriverà da domani il gruppo potrebbe prendersi una giornata di pausa e lasciare andare gli attaccanti. Sparpagliati per il percorso 5 GPM: Col du Festre (3,9 km al 6,3%), Côte de Corp (2,1 km al 7,2%), Col de Mans (5,1 km al 3,6%), Côte de Saint-Apollinaire (7 km al 5,5%) e Côte de Demoiselles Coiffée (3,6 km al 5,4%). Ultimo scollinamento a 40 km dall’arrivo, ma la strada comunque non sarà mai in pianura.

Venerdì 19, diciannovesima tappa: Embrun  –  Isola 2000 (144.6 km)

Giornata corta ma senza un metro di pianura, con 4400 metri di dislivello la diciannovesima tappa si candida senza dubbio per diventare la tappa regina di questo Tour de France. Dal traguardo volante di Guillestre si inizierà a salire e la prima asperità di giornata è l’hors catégorie del Col du Vars (18,8 km al 5,7%), discesa e poi si imbocca la Cime de la Bonette (22,9 km al 6,9%, con una pendenza massima del 10,3% sulle ultime rampe), punto più alto della Grande Boucle a 2802 metri. Dallo scollinamento inizierà un’altra lunghissima picchiata fino ad arrivare all’attacco della salita finale: 16,1 km al 7,1% che portano a Isola 2000 per un arrivo oltre i duemila metri d’altitudine.

Sabato 20, ventesima tappa: Nizza –  Col de la Couillole (132.8 km)

Se la salita ieri non è stata abbastanza, oggi ci sarà l’occasione per vedere l’ultimo scontro in montagna tra i big di classifica. Sono addirittura 4600 i metri di dislivello, per una giornata con 4 GPM senza soluzione continuità. Non c’è pianura, ma solo salita o discesa: Col de Braus (10 km al 6,6%) e Col de Turini (20,7 km al 5,7%) servono da antipasto, si prosegue nel menù con il Col de la Colmiane (7,5 km al 7,1%) prima dell’ultima erta. L’arrivo sarà posto sul Col de la Couillole dopo altri 15,7 km al 7,1%, dove però la maglia gialla non potrà ancora festeggiare.

Domenica 21, ventesima tappa: Monaco – Nizza (33.7, cronometro individuale)

Non ci sarà infatti la classica passerella parigina con l’arrivo in volata all’ombra dell’Arco di Trionfo, visti gli ultimi preparativi della capitale per le Olimpiadi. Allora gli organizzatori hanno deciso di aggiungere ancora altro pepe con una cronometro tutt’altro che banale. Una prima volta dal 1904 per la Grande Boucle, con una prova contro il tempo non per specialisti. Si parte subito in salita, col GPM di La Turbie(8,1 km al 5,6%), breve discesa e poi su va sul Col d’Èze, prima di scendere in picchiata verso Nizza con gli ultimi 5000 metri pianeggianti. Se dovesse esserci ancora un distacco non esagerato, attendiamoci fuochi d’artificio.

 

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità