Ciclismo

Tour de France, resta un’unica speranza a Vingegaard per provare a ribaltare la classifica

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Vingegaard / IPA Agency

In due giorni, Jonas Vingegaard vede il sogno della tripletta al Tour de France farsi sempre più rarefatto. Non partiva con i favori del pronostico dopo la tremenda caduta al Giro dei Paesi Baschi in aprile, ma con il passare dei giorni ha fatto capire a tutti di essere almeno in una condizione molto vicina alla migliore. Che sarebbe bastata con tutti, ma tranne che con Tadej Pogacar. Questo Tadej Pogacar.

Sembrava poterci essere una Grande Boucle equilibrata dopo la frazione di Le Lorian. Quando la maglia gialla aveva attaccato e sembrava poter dare una bella botta alla classifica, ma invece la reazione del danese è stata veemente, recuperando tutto il margine fino ad imporsi nello sprint ristretto. E quindi, dopo quel giorno, sembrava poterci essere davvero l’ennesima lotta tra i due grandi delle corse a tappe.

Invece sono arrivati i Pirenei. Dove Pogacar ha sfoderato una condizione davvero strepitosa. Scatto nel finale ieri, e sappiamo come sia difficile per uno come Vingegaard tenere, per caratteristiche, gli scatti brucianti dello sloveno. Ma il campanello d’allarme era suonato quando, nei chilometri più semplici, il margine si è ampliato fino ai 39” del finale. E oggi, la mazzata finale: Visma | Lease a Bike tutta la giornata a lavorare, il danese che attacca e la maglia gialla che rimane incollata alla sua ruota fino a che non capisce di avere il ritmo migliore per andarsene via e vincere di nuovo in solitaria, guadagnando oltre un minuto.

E francamente il Tour, se non è chiuso, potrebbe essere molto vicino ad esserlo. Pogacar ora ha 3’09” di vantaggio su Vingegaard, che rimane l’unico ad avere le possibilità di sconfiggerlo. Ma dovrà giocare d’astuzia e sperare anche in un calo del suo acerrimo rivale, che ricordiamo viene da un Giro d’Italia vinto. La fatica potrebbe farsi sentire nella terza settimana, parecchio dura dal punto di vista altimetrico, con Pogacar che potrebbe anche andare incontro ad una crisi come successo lo scorso anno. Al momento appare questo l’unico spiraglio per non considerare il Tour già chiuso a sei tappe dalla fine.

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