Tennis

VI VOGLIAMO BENE! Sinner la spunta su Berrettini dopo 4 set leggendari a Wimbledon

Pubblicato

il

Sinner, Berrettini / PA Wire/PA Images / IPA Sport

Sono le 22:32 a Wimbledon, le 23:32 in Italia, quando, dopo 3 ore e 42 minuti, finisce il derby italiano di secondo turno. Sul Centre Court sono tutti in piedi, perché è vero che c’è un vincitore, Jannik Sinner, e uno sconfitto, Matteo Berrettini. Ma il 7-6(3) 7-6(4) 2-6 7-6(3) con cui il numero 1 del mondo prenota l’appuntamento col serbo Miomir Kecmanovic al terzo turno è di quelli che si fanno ricordare, per la qualità di un confronto che, a ragion veduta, avrebbe meritato almeno il palcoscenico dei quarti di finale. 

Dopo l’ingresso, assieme, dagli spogliatoi di Wimbledon fino al Centre Court, Sinner e Berrettini, almeno per la prima mezz’ora, di fatto non si danno fastidio al servizio. Ognuno riesce a giocare in modo tale da risolvere spesso entro pochi colpi lo scambio, quando questo parte. Fino al 4-4 il solo che ha qualche grattacapo è il romano, che due volte cede due punti in un proprio turno di battuta. Lo fa anche il numero 1 del mondo proprio in quel momento, ma sul 5-4 è lui, con un gran numero in recupero a rete e tenendo la palla profonda, a procurarsi il primo set point. Berrettini lo annulla con coraggio, venendo a rete senza esitare dopo aver costruito bene il punto. Il tie-break arriva dopo poco più di 40 minuti, e vede Sinner far uscire il dritto nel primo punto e Berrettini restituire il minibreak con uno smash sbagliato in lunghezza dopo una gran difesa dell’altoatesino. Dall’1-2 ci sono quattro punti di fila del leader ATP, anche perché arrivano due errori di dritto del capitolino, uno in rete e l’altro in lunghezza. Il finalista del 2021 si costruisce un gran punto in risposta chiuso con un dritto dei suoi, ma l’ace di Sinner vale il 6-3. Basta il primo set point, perché il 2001 di Sesto Pusteria resta dov’è sulla discesa a rete di Berrettini a seguire il servizio e c’è il passante di rovescio che vale il parziale.

Nel secondo set il primo ad andare in difficoltà è Berrettini, che si ritrova prima costretto a salvare ai vantaggi il game d’apertura e poi a fronteggiare due palle break nel terzo. La prime l’annulla con l’ace, la seconda con un’iniziativa che lo porta a rete con successo. Il romano è rinfrancato dalla situazione, e sul 2-3 diventa molto propositivo, riuscendo a prendere la via della rete per procurarsi un importante 30-40. Tenta di sfruttare la seconda di Sinner, ma il dritto lungolinea è lungo. Di chance il capitolino ne ha un’altra, che stavolta va a segno, ma per una palla corta di dritto dell’altoatesino che finisce sotto il nastro. Il numero 1 mondiale, però, non ci sta, e mette sempre pressione in risposta a colui che oggi è suo avversario. Con un paio di errori, uno in rete e uno in lunghezza, arriva subito il controbreak, Successivamente, per Berrettini, sul 4-4, si passa dal 30-0 al 30-40, ma arriva una coppia di ace (11°  e 12°) per cancellare i dubbi. Si entra in lotta, anche una seconda palla break a favore di Sinner non giunge a compimento. Anche sul 5-5 Berrettini deve rimontare da 0-30, e lo fa con tre gran prime e una volée bassa pregevole. Di nuovo si va al tie-break, dopo 63 minuti, e l’altoatesino lo apre col rovescio lungolinea del minibreak. Di fatto, per lui si tratta di una questione di controllo che fa sembrare facile, anche se deve inventarsi dei davvero gran punti per chiudere sul 7-4.

Nel terzo parziale si apre subito con il break di Berrettini, che trova una gran risposta per procurarsi la chance e sfrutta l’errore di dritto di Sinner per portarsi subito avanti. Il numero 1 ATP riprova a entrare in lotta, e un’opportunità di rientrare ce l’ha anche, ma vede un ace passargli davanti e poi alle spalle. Si tratta del momento migliore per il capitolino, per nulla intimorito dal trovarsi sotto di due set, e questo lo conferma lo splendido game che gioca sul 3-1, nel quale trova di nuovo a 30 la capacità di strappare la battuta al suo connazionale. Qualche piccola incertezza c’è al momento di chiudere e allungare il match, ma il quarto set arriva comunque, e con il 19° ace della partita dell’ex numero 6 mondiale.

Con il quarto set si apre anche un momento nel quale entrambi non se le mandano a dire, almeno tennisticamente parlando. Soprattutto il terzo gioco vede i due tirar fuori vari punti da highlights, ed è Berrettini il primo a procurarsi la palla break sul 30-40. Sinner si salva spostandolo, dovendo tirare qualsiasi cosa per chiudere in un momento di grandissima qualità. Per lui, però, arrivano alcuni brutti errori sia di rovescio che di dritto e per la quarta volta il romano gli strappa la battuta. L’altoatesino mette però insieme un gran gioco in risposta, e dove non c’è ace dell’uno torna la profondità dell’altro: controbreak a 30, 2-2. Subito dopo arriva un punto clamoroso, con i due che coprono tutto il campo, Berrettini che colpisce il rovescio dietro il paletto, Sinner che rimanda in campo il dritto incrociato e il romano che manca di poco il lungolinea di dritto. Avanza il tempo, si avvicina sempre di più lo spettro del coprifuoco di mezzanotte, Sul 5-5 Berrettini sale 15-30, ma arriva subito il recupero dall’altra parte. E, sul 6-5, è il leader della classifica mondiale che sale sullo 0-30 con una risposta sulla riga che manda totalmente fuori tempo l’avversario. Uno, due bei servizi, poi sembrano tre. Ma non lo sono: challenge, lunga, doppio fallo di Berrettini, match point Sinner. Cancellato con una prima esterna che non torna dall’altra parte, Di fatto, è col servizio che si arriva al terzo tie-break della serata. Scambio di minibreak all’inizio (con annesso secondo punto irreale per righe o quasi righe prese), poi, sul 3-2, il capitolino sbaglia malamente il dritto a seguire il servizio. Sinner sfrutta i due servizi a propria disposizione: altri tre match point. Basta il primo, una risposta di dritto nei piedi del romano che chiude 3 ore e 42 minuti di grandissimo tennis.

Per capire la questione, Berrettini ha vinto il 71% dei punti sulla prima. Un numero che di solito basta per vincere. Con Sinner no: 82%. 28 ace a 10 di solito bastano. Qui no. Clamoroso anche il dato vincenti-errori gratuiti: 65-48 per il romano, 32-25 per l’altoatesino. Che, però, è riuscito sempre a tenere contro un giocatore ritrovato e, su questa superficie, fuor di dubbio tra i più forti al mondo. Serviva un grande Jannik per battere un grande Matteo, ed entrambi hanno reso giustizia all’Italia del tennis nel mondo.

Exit mobile version