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Wimbledon, Djokovic cede un set e impiega 3 ore per venire a capo del n.277 Fearnley

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Novak Djokovic
Djokovic / LaPresse

Il caso di dirlo, Novak Djokovic ha portato a casa la pelle nel secondo turno del torneo di Wimbledon. Il sette-volte vincitore dei Championship (n.2 del ranking) è stato costretto ad andare oltre le tre ore di gioco contro la wild-card, Jacob Fearnley (n.277 del ranking). Nole ha palesato una condizione fisica non perfetta, facendo fatica soprattutto negli spostamenti verso destra, ovvero sul ginocchio operato.

Di conseguenza, non è stata una prestazione entusiasmante. Tuttavia, con grande esperienza e classe, il fuoriclasse nativo di Belgrado l’ha spuntata con lo score di 6-3 6-4 5-7 7-5. Pensando al passato, Djokovic perse un set da giocatori particolarmente indietro in classifica, a livello Major, contro Laurent Recouderc nel Roland Garros del 2007 e Donald Young (n.577) agli US Open 2006.

Nel primo set Djokovic, senza forzare più di tanto e badando a essere solido da fondo, ha trovato la chiave per conquistare il break nell’ottavo game. Pizzicando il dritto di Fearnley, il break si è tramutato in realtà e il 6-3 è valso la chiusura in una partita che non sembrava avere sussulti.

Nel secondo set Nole ha iniziato a lamentare qualche problema negli spostamenti e la chance “break” per il suo avversario si è presentata. Bravo però il n.2 ATP a sostenersi con il servizio e a piazzare il colpo da campione, venendo a prendersi il punto a rete. Strappo decisivo ai fini della frazione, vinta 6-4.

Nel terzo set i problemi di Djokovic si sono evidenziati in maniera ancora più chiara. Ottenuto il break nel quinto game, si pensava che ormai il discorso fosse chiuso. Il dritto però di Djokovic è andato in pezzi, offrendo una chance break capitalizzata da Fearnley. Il nativo di Belgrado non ha concretizzato nel settimo e nono game e, incredibilmente, ha subito il break del rivale nel dodicesimo, perdendo la frazione.

Nel quarto set, visibilmente nervoso, Nole ha rischiato davvero molto nel sesto gioco, quando ha dovuto cancellare due palle break. Lucido però a rimanere in linea di galleggiamento e a trovare il meglio che il fisico poteva regalargli. Nell’undicesimo game è stata la profondità la chiave per il n.2 ATP e il break l’ha premiato. Sul 7-5, titoli di coda.

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