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Wimbledon, un Sinner d’autore supera anche la trappola Shelton e avanza ai quarti

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Jannik Sinner si qualifica per i quarti di finale a Wimbledon 2024. Lo fa per il terzo anno consecutivo, battendo l’americano Ben Shelton per 6-2 6-4 7-6(9) riuscendo a scampare sia a un break di svantaggio nel terzo set che a quattro palle per andare al quarto parziale. Per l’altoatesino ora uno tra Grigor Dimitrov e Daniil Medvedev, ma la grande domanda è se il bulgaro ed il russo riusciranno a concludere il loro ottavo entro la giornata odierna.

La prima palla break ce l’ha Sinner sull’1-1, ma va in un modo particolare. Prima Shelton cerca e trova il dritto incrociato dopo una risposta notevole del numero 1 del mondo: palla chiamata fuori, ma il Falco dice che è dentro di un nulla. Sulla successiva prima segue il dritto, poi arriva la chiusura del game con un dritto appena largo di Jannik. Il break è solo rimandato: sul 2-2 l’altoatesino (complice l’incostanza del suo avversario) va sullo 0-30, poi è lui sul 40 pari ad inventarsi un’irreale risposta tagliata di dritto incrociato che manda fuori tempo l’americano. Risultato: palla break, dritto lungo di Shelton e 3-2. Che diventa 5-2 quando l’azzurro, andato avanti 30-40, trova un’altra risposta incrociata di rovescio sulla quale il nativo di Atlanta capisce poco e non è preciso. Basta mezz’ora, in pratica, per il 6-2.

Il parziale di Sinner continua, e diventa di sette giochi nel momento in cui si prende anche il primo game del secondo set in risposta, cosa poi concretizzata poco dopo nel 2-0. L’altoatesino, nel resto del tempo, non fa che gestire sostanzialmente il set anche se Shelton al servizio riesce in qualche modo a sbloccarsi. Sul 5-3, ad ogni modo, Jannik riesce a salire sul 15-30, solo che si vede passare dietro le spalle due ace e poi davanti al corpo una prima incontrollabile. Poco male: avanti 5-4 il numero 1 del mondo non si fa particolari problemi a mettere le cose come stanno e a far comparire il 6-4 sui vari tabelloni, grandi e piccoli, del Court 1. Il tutto pur con un estremamente piccolo brivido dato dal fatto che di set point ne servono due.

L’inizio di terzo set, però, è  un po’ più complicato per Jannik, vittima di un attimo di calo e di qualche errore di troppo. Un dritto lungo a seguire il servizio nel secondo game lo fa finire sotto 30-40, e un altro dritto in rete significa sostanziale autobreak. Dopo questo passaggio a vuoto, diventato 0-3, Sinner non si scompone, rimane presente a sé stesso e, sul 2-4, va a prendersi l’occasione di rimediare. Tre le palle del controbreak consecutive, ed è la seconda che funziona dopo un’incauta decisione da parte dell’americano di chiamare a rete il numero 1 del mondo. Qualche piccola difficoltà sul 4-5, ma l’azzurro ne esce andando 5-5 grazie a un punto senza senso: tweener frontale per chiamare a rete Shelton e successivo passante che prende mezza riga. Sul 5-6 le cose sono anche peggiori: dal 30-15 due errori di dritto e c’è set point per l’americano, che tira la risposta di dritto a metà rete sulla seconda. Si arriva così al tie-break, nel quale un brutto dritto fuori dell’USA consegna il minibreak a Sinner, Nel finale, però, succede di tutto: dal 5-4 Jannik perde entrambi i punti, uno per dritto largo e l’altro perché entra il lungolinea del classe 2002, che però sbaglia il dritto valido come second set point. I servizi, per larga misura, diventano dominanti fino al 10-9, quando Shelton commette doppio fallo sul terzo match point (gli altri due annullati con la prima) anche perché il nastro si porta via l’ultima seconda.

Sinner vince questo match con il 76% di punti vinti con la prima contro il 70% di Shelton e soprattutto il 70% con la seconda, a fronte del 41% del suo avversario. 28-29 il conto vincenti-errori gratuiti contro il 37-37 dell’americano.

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