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Antonio La Torre promuove l’Italia: “Potenza mondiale dell’atletica: profumo di futuro nei quarti posti”

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Antonio La Torre
Antonio La Torre / FIDAL/Colombo

L’Italia dell’atletica ha archiviato le Olimpiadi di Parigi 2024 con all’attivo tre medaglie (l’argento di Nadia Battocletti sui 10.000 metri, i bronzi di Andy Diaz nel salto triplo e di Mattia Furlani nel salto in lungo) e il sesto posto nella classifica a punti, ovvero quella che tiene in considerazioni i piazzamenti nelle prime otto posizioni in ogni singola gara (la nostra Nazionale ne vanta ben 17). Un bilancio che non può tenere botta rispetto ai cinque ori di Tokyo 2020, ma che è decisamente rimarchevole e di spessore.

Il DT Antonio La Torre ha promesso la spedizione tricolore ai Giochi:Di solito devo frenarlo ma stavolta scavalco il presidente Mei. La domanda a Parigi era: l’Italia ha posto nel mondo? La risposta è sì. Esco estremamente soddisfatto dai 17 finalisti, 65 punti e il sesto posto nella classifica a punti: il mondo dice che l’Italia è una delle potenze mondiali dell’atletica. Oggi possiamo dirlo. C’è un’ironia di Stano finissima (‘da cinque ori a cinque quarti posti è un attimo’, ha scritto su Instagram, n.d.r.) ma io vedo profumo di futuro in questi cinque quarti posti, in tutti e cinque“.

Il Professore ha proseguito:Abbiamo il passaggio dalla generazione di Tokyo a questa ‘new wave’ che ha saputo dire: ci siamo già. Nei prossimi quattro anni saremo protagonisti in tutti i campionati. Prima sarei stato molto prudente a dire questa cosa. Oggi posso dire che chiunque continuerà questo lavoro dopo il passaggio delle elezioni troverà una situazione dove c’è il futuro scritto da qui a Brisbane 2032. Avremo poi da scuotere una generazione, quella di mezzo, che dovrà dare il proprio contributo per fare ancora più grande l’atletica italiana”.

Un passaggio interessante sul quarto posto di Stefano Sottile nella gara di salto in alto dopo i problemi di Gianmarco Tamberi: “Una squadra che riesce a rispondere con questa forza dà l’idea della consistenza e dell’eredità che Gimbo stesso ha lasciato. Dobbiamo solo grandissimo rispetto a un campione che ha avuto l’umiltà, in quelle condizioni, di scendere comunque in pedana. Il caso di ieri è qualcosa che appartiene all’epica. La Federazione in nessun momento è stata assente, ieri alle cinque del mattino durante la colica c’era una delle responsabili del nostro staff sanitario in camera sua. Il settore medico ha seguito Gimbo istante per istante”.

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