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Atletica, 4×100 e Diaz per un sogno chiamato podio nella settima giornata di gare a Parigi
Un sogno chiamato podio: Andy Diaz e la staffetta 4×100 uomini ci provano nella settima giornata di gare ai Giochi Olimpici di Parigi. Sia Diaz, che ha centrato l’accesso in finale con l’ultima misura, sia la 4×100, entrata in finale con il ripescaggio, non hanno impressionato in qualificazione ma in finale i margini di miglioramento che autorizzano a sognare ci sono. Catalin Tecuceanu e Simone Barontini puntano alla finale degli 800 e Sveva Gerevini cerca il record italiano dell’eptathlon.
In apertura si prosegue l’eptathlon con il salto in lungo donne. Sveva Gerevini vuole proseguire la sua marcia iniziata ieri e puntare alla top 10. L’Italia proverà a centrare la finale della staffetta 4×400 donne. Dal 1996, anno delle Olimpiadi di Atlanta, le staffette femminili degli Stati Uniti hanno conquistato l’oro ininterrottamente. Anche a Parigi, il team USA è considerato il favorito per proseguire questa impressionante serie di vittorie. Tuttavia, dietro di loro, altre nazioni nutrono grandi speranze: la Giamaica, che ha ottenuto sedici podi nelle ultime diciotto finali tra Olimpiadi e campionati mondiali; l’Olanda, attuale campione del mondo a Budapest e campione d’Europa a Roma; e le squadre di Polonia, Gran Bretagna, Belgio e Irlanda.
Italia medaglia d’argento a Roma un mese e mezzo fa e oggi a caccia di un risultato di prestigio anche se non sono tutti al top della condizione gli specialisti azzurri de8i 400, a partire da Luca Sito. In una stagione dominata dai quartetti universitari statunitensi, il team nazionale più veloce è stato il Botswana, bronzo olimpico a Tokyo e fresco vincitore delle World Relays di Nassau. Gli Stati Uniti rimangono la squadra da battere, con un record impressionante: tredici ori su quindici finali olimpiche o mondiali negli ultimi vent’anni. Anche quando non hanno vinto, hanno sempre conquistato l’argento. Belgio, Gran Bretagna e Giamaica sono pronti a lottare per il podio, mentre Francia, Italia e Olanda potrebbero sorprendere e fare la differenza.
Non ci sono azzurre in gara nel tiro del giavellotto femminile. Con l’assenza dell’oro uscente Liu Shiying, l’attenzione si concentra sulle altre protagoniste della disciplina. La giapponese Haruka Kitaguchi, campionessa del mondo, è tra le favorite, anche se l’ultima tappa della Diamond League a Londra ha portato alla ribalta l’australiana Mackenzie Little e la serba Adriana Vilagos, entrambe in eccellente forma. La colombiana Flor Ruiz, argento a Budapest, ha ulteriormente migliorato il suo record sudamericano durante la stagione. Tra le altre atlete da seguire ci sono l’australiana Kelsey-Lee Barber e la campionessa europea, l’austriaca Victoria Hudson. Tuttavia, la greca Elina Tzengko, campionessa europea 2022, non ha ancora raggiunto le prestazioni del passato recente.
Ci sono Catalin Tecuceanu e Simone Barontini a caccia della magia nella semifinale degli 800. Nelle tre recenti competizioni dei Trials keniani e delle Diamond League di Parigi e Monaco, sono state realizzate ben dieci delle migliori trenta prestazioni di sempre in meno di un mese. Il campione olimpico a Parigi sarà al suo primo oro a cinque cerchi, poiché il vincitore uscente Emmanuel Korir non si è qualificato per i Giochi. Tuttavia, saranno presenti quattro medagliati dei campionati mondiali di Eugene e Budapest: il canadese Marco Arop, il keniano Emmanuel Wanyonyi, il britannico Ben Pattison e l’algerino Djamel Sedjati, che è diventato l’atleta da battere grazie alle sue eccezionali prestazioni di Parigi (1:41.56) e Monaco (1:41.46). Tra i principali contendenti ci saranno anche il francese campione d’Europa Gabriel Tual, l’altro keniano Wyclife Kinyamal, lo statunitense Bryce Hoppel, lo spagnolo argento europeo Mohamed Attaoui e l’azzurro bronzo agli Europei di Roma, Catalin Tecuceanu. Da seguire anche il campione mondiale dei 1500 metri a Eugene, lo scozzese Jake Wightman, che a Parigi accorcerà la distanza ma non le ambizioni. Un europeo non vince l’oro olimpico negli 800 metri dal 2004, quando trionfò Yuriy Borzakovskiy. A concludere la mattinata il turno di ripescaggio dei 1500 donne.
Non ci sono azzurre nelle semifinali dei 100 ostacoli. Nella storia dei Giochi, come dimostrato nella finale di Barcellona ’92 e nella finale maschile di Tokyo ’21, il pronostico può ribaltarsi in una frazione di secondo. Tutte le protagoniste sono presenti: l’olimpionica uscente Jasmine Camacho-Quinn, le ultime due campionesse mondiali Tobi Amusan, primatista mondiale, e la giamaicana Danielle Williams, vincitrice di due ori sorprendenti. Meritano menzione anche l’oro europeo e stella francese Cyrena Samba-Mayela, l’altra giamaicana Ackera Nugent, la bahamense Devynne Charlton, e le statunitensi Kendra Harrison, Nia Ali, e Alaysha Johnson, tutte separate da pochi centesimi. L’Europa è rappresentata da un gruppo di alto livello con la polacca Pia Skrzyszowska, la svizzera Ditaji Kambundji, e la miglior versione dell’olandese Nadine Visser. Il record olimpico di 12.35 appartiene a Sally Pearson, oro australiano a Londra 2012.
La sessione serale inizierà con la finale della 4×100 donne senza la squadra azzurra, quarta lo scorso anno a Budapest. Dai Mondiali di Berlino 2009 fino a quelli di Budapest, passando per i Giochi di Londra, Rio e Tokyo, le medaglie d’oro nel 4×100 maschile sono state dominate dagli Stati Uniti (sei titoli) e dalla Giamaica (cinque titoli). L’ultima vittoria al di fuori di queste due nazioni risale al 2008, quando il Belgio conquistò l’oro a Pechino. Per i prossimi eventi, gli Stati Uniti e la Giamaica rimangono le favorite indiscusse, ma la Gran Bretagna, che ha ottenuto il bronzo sia a Rio che a Tokyo, e la Costa d’Avorio, mai così competitiva, sono pronte a sfidarle. Tra le altre squadre da tenere d’occhio ci sono una giovane e promettente Nigeria, l’Italia che si è piazzata quarta a Budapest, il Canada e la Francia, che giocherà in casa.
La staffetta 4×100 maschile italiana è campione olimpica in carica e vice-campione del mondo a Budapest. C’è grande attesa per il quartetto azzurro nella speranza che Jacobs possa dare il suo contributo, prima per centrare l’accesso in finale e poi per dare ancora una volta l’assalto alle medaglie. Il quartetto USA, guidato dal fenomenale Noah Lyles, punta a conquistare l’oro olimpico, assente dal loro palmarès sin da Sydney 2000. L’Italia, detentrice dell’oro olimpico di Tokyo e fresca di un argento mondiale a Budapest e un titolo europeo a Roma, si presenta tra i team più rodati per l’evento parigino. Per quanto riguarda la qualità tecnica nei cambi, il Canada, capitanato da Andre De Grasse, è tra i favoriti. Completano il gruppo dei possibili protagonisti i team asiatici di Cina, il Sud Africa e la Gran Bretagna, tutti pronti a lasciare il segno nella competizione.
Non ci sono azzurre al via della qualificazione del getto del peso donne. Un gruppo di specialiste è in lizza per il titolo e il podio nel getto del peso. La cinese Gong Lijiao, vincitrice dell’oro a Tokyo e con undici podi nelle ultime dodici finali mondiali (tra Olimpiadi e Mondiali all’aperto), è tra le favorite. Tra le avversarie più agguerrite ci sono l’americana Chase Jackson-Ealey, due volte campionessa del mondo, e la canadese Sarah Mitton, detentrice del record nazionale. Anche l’olandese Jessica Schilder, campionessa europea a Roma, è una contendente da tenere d’occhio nonostante la sua irregolarità. Raven Saunders, argento a Tokyo, è tornata a misure eccellenti e punta a salire sul podio. Dopo il ritiro della leggendaria Valerie Adams, la Nuova Zelanda ripone le sue speranze in Maddison-Lee Wesche per ritornare ai vertici della disciplina.
A seguire è in programma la finale dei 400 donne. Per la gara individuale, le favorite per il podio includono la dominicana Marileidy Paulino, oro mondiale e argento olimpico, la polacca Natalia Kaczmarek e la costante Sada Williams di Barbados, entrambe salite sul podio a Budapest. Notevole anche il ritorno ad alti livelli della bahrainita Salwa Eid Naser, che stupì con l’oro mondiale a Doha. Tra le statunitensi, si distinguono per i loro ottimi tempi Ellis, Butler e Holmes, ma dall’America, la giamaicana Nickisha Pryce si presenta con grandi ambizioni, forte del 48.57 registrato a Londra sabato scorso. L’irlandese Rhasidat Adeleke potrebbe sorprendere tutti.
Ci sarà Andy Diaz tra i protagonisti della finale del salto triplo uomini. L’azzurro ha strappato l’accesso alla finale con l’ultima misura e ora proverà a piazzare il salto da podio. Tre atleti nati a Cuba, ora sotto nuove bandiere, si distinguono nel mondo del salto triplo. Il campione olimpico Pedro Pichardo rappresenta il Portogallo, il campione d’Europa Jordan Diaz gareggia per la Spagna, e il vincitore della Diamond League Andy Diaz debutta con la squadra italiana ai Giochi di Parigi. Il gruppo di élite del salto triplo si completa con Hugues Fabrice Zango, campione del mondo in carica dal Burkina Faso, e il giamaicano Jaydon Hibbert, detentore del record mondiale U20. Tra i principali contendenti per un posto in finale ci sono anche l’algerino Yasser Triki e il cubano Lazaro Martinez, argento ai Mondiali di Budapest. Una novità interessante è il triplista statunitense Salif Mane, rivelazione dei Trials americani.
Si chiude l’eptathlon con gli 800 che decideranno la classifica finale. C’è Nadia Battocletti, campionessa europea in carica, al via della finale dei 10000 donne. Beatrice Chebet ha fatto la storia in Diamond League, correndo i 10.000 metri in un tempo straordinario di 28:54.14, diventando la prima donna a rompere il muro dei ventinove minuti nella competizione. Ora, l’atleta keniana si prepara per la prossima sfida: conquistare il primo titolo olimpico per il Kenya sulla stessa distanza. Tuttavia, dovrà affrontare la forte concorrenza di Gudaf Tsegay, che ha perso proprio contro Chebet nella gara da record a Eugene, e la campionessa olimpica uscente Sifan Hassan, che potrebbe essere tra le partecipanti. Il gruppo delle contendenti di alto livello include altre etiopi come Fotyen Tesfay e Tsigie Gebreselama, la keniana Lilian Rengeruk e la promettente ugandese Joy Cheptoyek. L’Europa sarà rappresentata dall’oro europeo Nadia Battocletti e dalla britannica Megan Keith, tra le poche in grado di competere con le forti atlete africane. Dagli Stati Uniti, occhi puntati sulla talentuosa Weini Kelati e sulla stella emergente Parker Valby, una fuoriclasse dell’NCAA.
La rivoluzione dei 400 ostacoli passa attraverso il ritmo di Karsten Warholm, Rai Benjamin e Alison dos Santos, che insieme detengono ventotto delle migliori trenta prestazioni di sempre. Il norvegese Warholm detiene attualmente i titoli olimpico, mondiale ed europeo, oltre al record del mondo. Lo statunitense Benjamin ha conquistato l’argento in una Olimpiade e in due Mondiali, e si trova al culmine della carriera e della forma fisica. Il brasiliano dos Santos è il campione del mondo di Eugene e sembra avere ancora margini di miglioramento. A cercare di inserirsi in questo trio di eccellenza, c’è il sempre affidabile estone Rasmus Magi, i giamaicani emergenti James-King e Clarke, gli altri specialisti statunitensi Allen e Bassitt, il qatariota Samba, spesso ostacolato da problemi fisici, e il caraibico McMaster, argento a Budapest.