Atletica
Atletica, ora l’Italia ha una stella anche nel mezzofondo. Questa Nadia Battocletti non può più porsi limiti
Le medaglie sono belle tutte, di qualsiasi colore, ma chi ama l’atletica, chi ha abbastanza primavere da aver vissuto l’epoca in cui l’Italia dominava o comunque era super competitiva nel mezzofondo in Europa e nel mondo, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, non può non essersi commosso per il secondo posto di Nadia Battocletti nei 10000, che ha un peso specifico elevatissimo nel bilancio dei podi di questi Giochi olimpici.
Da troppo tempo l’Italia non era protagonista nel mezzofondo, da troppo tempo si sentiva dire che i giovani non erano motivati ad affrontare quel tipo di gare perchè la montagna eretta dagli africani era troppo alta da scalare. Un blocco superato proprio dall’ultima generazione che, senza timore reverenziale, va a giocarsela, a volte le prende e stavolta le ha date di santa ragione, perchè alle spalle di Nadia Battocletti c’erano atlete degli altipiani, dell’Africa dei deserti, che spesso alle italiane di turno erano solite dare quasi un giro fino a qualche tempo fa.
Nadia Battocletti rappresenta una linea di confine, la dimostrazione che si può fare e che quando si riesce la soddisfazione è doppia. Ha lavorato tanto, pur essendo giovanissima, la figlia d’arte trentina, ha affrontato le campestri, il cross, le corse su strada, ha osservato, carpito i segreti di chi, con accelerazioni micidiali se la scrollava di dosso in gara perchè sapeva che portarla con sè in volata poteva essere molto pericoloso.
La svolta a Roma, le due medaglie d’oro e una consapevolezza della capacità di leggere le gare con arguzia e di essere letale nel momento decisivo. Il quarto posto dei 5000 è stata la molla per l’impresa di questa sera. Un pizzico di rabbia in più e l’idea che le avversarie si possano anche battere, non sono inseguire. La volata di questa sera è un passo ulteriore di una carriera in cui gli scenari cambiano in fretta.
Dove può arrivare Nadia Battocletti? Questa sera ha battuto Sifan Hassan, tanto per fare un nome, che qualche anno fa, in Europa, vinceva con mezzi giri di vantaggio. Ha dimostrato di non soffrire la fatica, i turni ravvicinati, le dure corse di gruppo, ha dimostrato che se la può giocare con tutti, che può diventare un punto di riferimento per la specialità, dove spesso si migliora crescendo. L’Italia intera si potrà godere la crescita di questa campionessa che abbiamo aspettato per decenni e che ora corre anche per noi.