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Atletica, prima giornata a Saint Denis: subito Leonardo Fabbri, Nadia Battocletti e Zaynab Dosso

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Fabbri/Grana FIDAL

C’è tanta Italia a Saint Denis per la prima giornata di gare nello stadio della edizione 2024 dell’atletica leggera. La squadra azzurra si affida nell’esordio a Leonardo Fabbri impegnato nelle qualificazioni, alla bicampionessa europea Nadia Battocletti, a caccia della finale dei 5000 ed a Zaynab Dosso che punta alla semifinale dei 100.

Prende il via il decathlon che promette spettacolo. Il sogno olimpico di Kevin Mayer, detentore del record mondiale, di conquistare l’oro ai Giochi dopo due titoli mondiali e due argenti olimpici, è in pericolo. Il francese ha subito un infortunio durante la Diamond League, mettendo a rischio la sua partecipazione ai Giochi Olimpici. Tra gli iscritti, figura il canadese Damian Warner, medaglia d’oro a Tokyo, mentre Pierce LePage, campione mondiale a Budapest, ha dovuto ritirarsi a causa di un’ernia del disco.

Tra gli atleti da tenere d’occhio ci sono i medagliati di Roma: l‘estone Johannes Erm, il norvegese Sander Skotheim e il francese Makenson Gletty. Inoltre, il campione mondiale di Doha, il tedesco Niklas Kaul, l’australiano bronzo olimpico Ashley Moloney, e il tedesco Leo Neugebauer, l’unico ad avvicinarsi ai 9000 punti quest’anno. Sempre competitivo il grenadino Lindon Victor e il portoricano Ayden Owens-Delerme. Per gli Stati Uniti, partecipano il giovane Heath Baldwin e Zach Ziemek, bronzo mondiale a Eugene.

Non ci sono azzurri in gara nel lancio del martello uomini. La condizione fisica del campione del mondo canadese Ethan Katzberg lascia pochi dubbi sull’esito della finale a Parigi, ma la storia recente ci insegna che i pronostici possono essere sovvertiti dalla realtà della competizione. Un esempio emblematico è il quattro volte campione del mondo Pawel Fajdek, che ha recentemente raggiunto nuovamente la soglia degli ottanta metri. Il connazionale di Fajdek, Wojciech Nowicki, vanta un impressionante curriculum con l’oro olimpico di Tokyo, sette podi consecutivi a livello globale dal 2015 (Olimpiadi e Mondiali) e gli ultimi tre titoli europei. Le aspettative sono alte anche per l’ungherese Bence Halász e l’ucraino Mykhaylo Kokhan, che cerca ancora il suo primo podio da senior. Gli Stati Uniti, senza medaglie nel lancio del martello dalle Olimpiadi di Atlanta del 1996, schierano specialisti di alto livello come Haugh e Winkler, sperando di interrompere il lungo digiuno di successi in questa disciplina.

A seguire ci sarà il primo turno dei 100 femminili con atlete di secondo piano a caccia di un posto nel primo turno e la qualificazione dell’alto donne. Tra le protagoniste più attese dell’intero programma olimpico, spicca Yaroslava Mahuchikh, che ha recentemente stabilito il record mondiale di 2,10 metri allo stadio Charléty di Parigi, durante la Diamond League. L’ucraina è la principale favorita per l’oro, forte del bronzo conquistato a Tokyo e del titolo mondiale di Budapest. Tra le avversarie da tenere d’occhio ci sono la primatista oceanica, l’australiana Nicola Olyslagers, la giovane promessa serba Angelina Topic, l’australiana campionessa mondiale a Eugene, Eleanor Patterson, e l’altra ucraina di talento, Iryna Gerashchenko. Vale la pena ricordare che l’ultima atleta non europea a vincere l’oro olimpico nel salto in alto femminile fu Louise Ritter (USA) a Seul nel 1988. Un altro obiettivo da seguire attentamente è il primato olimpico di 2,06 metri, stabilito dalla russa Yelena Slesarenko ad Atene 2004.

In casa azzurra i primi a scendere in pista saranno i mezzofondisti dei 1500 metri, distribuiti nelle tre batterie: Ossama Meslek (ore 11.10) con il britannico campione mondiale Josh Kerr, alle 11.21 il recordman italiano Pietro Arese per chiudere con Federico Riva che alle 11.32 trova Jakob Ingebrigtsen, oro a Tokyo. Promossi in semifinale i primi sei al traguardo mentre gli altri dovranno ricorrere al successivo turno di ripescaggio, novità di questa edizione. Jakob Ingebrigtsen, in una forma straordinaria mostrata alla Diamond League di Monaco, dove ha sfiorato il record mondiale, si presenta come il favorito per bissare l’oro olimpico a tre anni dal trionfo di Tokyo. Tuttavia, nelle due ultime finali globali, è stato battuto dagli scozzesi Jake Wightman e Josh Kerr. Quest’ultimo, in particolare, ha dimostrato di poter sconfiggere nuovamente il norvegese, come avvenuto nel sensazionale miglio della Diamond League di Eugene lo scorso maggio. Tra i principali contendenti per una medaglia, spiccano gli statunitensi Yared Nuguse e Cole Hocker, il keniano Timothy Cheruiyot e una schiera di europei di talento. Tra questi, i britannici Neil Gourley e George Mills, il francese Azeddine Habz e l’italiano Pietro Arese, che dopo Ingebrigtsen è il più giovane specialista europeo nella fascia élite dei migliori.

Primo round anche per i 100 metri femminili dalle 11.50 con Zaynab Dosso, bronzo europeo in questa stagione dopo il bronzo mondiale dei 60 indoor. Dopo quattro titoli olimpici consecutivi vinti dalla Giamaica, il trono dei 100 metri femminili appare in bilico con diverse atlete pronte a contendere il successo. Tra le favorite spicca la campionessa mondiale Sha’Carri Richardson degli Stati Uniti, seguita da vicino dalla velocista di St. Lucia, Julien Alfred. Le giamaicane, però, non sono da sottovalutare: Shelly-Ann Fraser-Pryce, all’ultima stagione della sua carriera leggendaria, e Shericka Jackson, bronzo a Tokyo e argento nei due successivi campionati del mondo, rappresentano una minaccia concreta.

Tra le altre contendenti al podio, si distinguono l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou, le britanniche Dina Asher-Smith e Daryll Neita, e le altre sprinter statunitensi Melissa Jefferson e Twanisha Terry. Da tenere d’occhio anche la giovane 20enne giamaicana Tia Clayton, la più giovane tra le partecipanti. L’italiana Zaynab Dosso, dopo l’argento mondiale nei 60 metri e il bronzo agli Europei di Roma, mira a migliorare la sua prestazione in semifinale ai Mondiali di Budapest e a farsi strada verso il podio olimpico.

Nella sessione pomeridiana si riparte con il decathlon, a seguire le semifinali dei 5000 donne: alle 18.10 c’è la campionessa europea Nadia Battocletti opposta all’iridata keniana Faith Kipyegon, all’etiope primatista mondiale Gudaf Tsegay e all’olandese oro olimpico Sifan Hassan, poi alle 18.36 tocca a Federica Del Buono. Conta solo il piazzamento: in finale le prime otto di ogni batteria. La gara dei 5000 metri femminili alle Olimpiadi si preannuncia come una delle più avvincenti, con una sfida al vertice tra le ultime due detentrici del record mondiale e campionesse a Eugene e Budapest, Gudaf Tsegay e Faith Kipyegon. Queste due atlete hanno riscritto la storia cronometrica della distanza nella scorsa stagione e sono le principali contendenti per l’oro. Sifan Hassan, la campionessa uscente, è un’altra figura di spicco in questa competizione, mentre il cast è ulteriormente arricchito dalla presenza di altre talentuose africane come Ejgayehu Taye e Lemlem Hailu (al momento solo riserva), oltre alla primatista mondiale dei 10.000 metri, Beatrice Chebet.

Le tripliste Dariya Derkach e Ottavia Cestonaro saranno impegnate alle 18.15 nel turno eliminatorio (14,35 per il pass diretto o in alternativa un posto tra le migliori dodici). Con l’assenza dell’olimpionica e primatista mondiale Yulimar Rojas, portabandiera del Venezuela e in convalescenza dopo un grave infortunio, la competizione nel triplo salto femminile si apre a nuove possibilità. L’assenza di Rojas crea spazio per un nuovo nome in cima al podio. Le atlete da tenere d’occhio includono la cubana Leyanis Pérez, la saltatrice di Dominica Thea LaFond, la giamaicana Shanieka Ricketts, e la spagnola campionessa d’Europa Ana Peleteiro-Compaoré. Anche Maryna Bekh-Romanchuk, che ha mostrato ottime misure all’esordio stagionale nel Principato di Monaco durante la Diamond League, è una seria contendente.

La discobola azzurra Daisy Osakue è inserita nel gruppo A delle ore 18.55 in caccia del 64,00 che premia con la qualificazione automatica, ma in ogni caso le prime dodici in classifica alla fine di entrambi i gruppi accedono alla finale. Nel lancio del disco femminile, le principali contendenti per il podio sono poche ma altamente competitive. Tra loro, la statunitense Valarie Allman, campionessa olimpica uscente, la sette volte campionessa d’Europa Sandra Perkovic-Elkasevic, e la cinese Feng Bin. Quest’ultime due hanno già sconfitto Allman nella finale mondiale di Eugene, dove Feng Bin ha conquistato l’oro. A Budapest, Allman è stata nuovamente battuta, questa volta dalla sorprendente connazionale Laulauga Tausaga, che però non si è qualificata per Parigi. Accanto a questo trio di favorite, ci sono altre atlete che hanno mostrato prestazioni eccellenti in questa stagione. Le portoghesi Liliana Cá e Irina Rodrigues hanno avuto una stagione notevole, mentre la svedese Vanessa Kamga ha visto un’ascesa nelle sue misure. L’olandese Jorinde van Klinken ha dimostrato costanza e regolarità, mentre le tedesche Claudine Vita e Kristin Pudenz rimangono sempre pronte a insidiare il podio.

Nella staffetta 4×400 mista Italia, argento europeo, al via nella seconda delle due batterie (ore 19.22). Per il quartetto azzurro (la cui formazione sarà comunicata oggi) i rivali diretti saranno i campioni continentali dell’Irlanda e la quotata Olanda. In finale le prime tre delle due batterie più due tempi di recupero, confermato l’ordine delle frazioni uomo-donna-uomo-donna. Gli Stati Uniti si confermano la squadra da battere nella staffetta mista, forti del recente primo posto alle World Relays e del titolo mondiale conquistato a Budapest, dove hanno anche stabilito un nuovo record del mondo. La competizione europea a Roma ha dato slancio ai quartetti di Irlanda e Italia, che sono riusciti a superare squadre forti come l’Olanda e il Belgio. Ai Giochi Olimpici di Tokyo, la Polonia ha sorpreso tutti conquistando l’oro, mentre la Gran Bretagna ha ottenuto l’argento ai Mondiali dell’anno scorso. La Giamaica, invece, si presenta con una formazione di atleti dalle qualità individuali impressionanti, promettendo di essere un’avversaria temibile.

Si prosegue con il primo turno degli 800 metri femminili: in semifinale vanno le prime tre, altrimenti c’è da affrontare il recupero. Nella terza batteria Eloisa Coiro alle 20.03 avrà come avversarie soprattutto la francese Renelle Lamote, la prodigiosa 17enne britannica Phoebe Gill e la keniana Vivian Chebet Kiprotich, nella sesta e ultima (ore 20.30) in gara Elena Bellò con la giamaicana Natoya Goule-Toppin e la statunitense Allie Wilson. Con l’assenza dell’oro uscente Athing Mu, che non è riuscita a qualificarsi ai Trials a causa di una caduta, la corsa degli 800 metri femminile vede aprirsi la strada per un nuovo nome in cima al podio olimpico. Tra le favorite spicca la britannica Keely Hodgkinson, argento a Tokyo e autrice di una prestazione sensazionale a Londra con un tempo di 1:54.61. La keniana Mary Moraa, campionessa mondiale in carica, è un’altra seria contendente per l’oro. La competizione vedrà anche nuovi volti emergenti, come la sudafricana Prudence Sekgodiso, che si presenta per la prima volta ad altissimi livelli, e l’etiope Tsige Duguma, iridata indoor, che farà il suo debutto olimpico. Il nuovo prodigio britannico, Phoebe Gill, classe 2007, è un’altra atleta da tenere d’occhio. Tra le altre protagoniste, la svizzera Audrey Werro e l’ugandese Halimah Nakaayi, già iridata a Doha, promettono di dare battaglia. L’ultima europea a vincere l’oro olimpico negli 800 metri fu la britannica Kelly Holmes, che ai Giochi di Atene 2004 realizzò una storica doppietta, vincendo sia negli 800 che nei 1500 metri.

Fari puntati alle 20.10 sulla qualificazione del peso che vedrà in azione Leonardo Fabbri, argento mondiale e bronzo iridato indoor oltre che campione europeo, e l’altro azzurro Zane Weir, oro continentale al coperto, alla ricerca del 21,35 che vale la qualificazione in finale diretta. La grande attesa è per sapere se Ryan Crouser riuscirà a conquistare il suo terzo oro olimpico, eguagliando o superando i due statunitensi Ralph Rose (1904 e 1908) e Parry O’Brien (1952 e 1956), così come il polacco Tomasz Majewski, l’ultimo europeo a vincere alle Olimpiadi (2008 e 2012). Se Crouser non dovesse riuscire a mantenere il suo dominio, ci sono numerosi avversari pronti a contendersi il titolo. Tra i principali sfidanti, troviamo Joe Kovacs, che può vantare due argenti olimpici, due ori e due argenti mondiali. Leonardo Fabbri, il primatista italiano e campione europeo, ha recentemente conquistato l’argento a Budapest e il bronzo mondiale indoor a Glasgow, dimostrandosi imbattuto all’aperto e vincitore nella tappa londinese della Diamond League, battendo Crouser e gli altri. Il neozelandese Tomas Walsh, con tre titoli mondiali (due indoor), un bronzo olimpico e protagonista di una finale indimenticabile a Doha 2019, è un altro nome da tenere d’occhio. In quella finale, il podio fu deciso da soli due centimetri, con argento e bronzo condivisi a parità di misura. Tra i ventidue metri, anche il pesista USA Payton Otterdahl è in lizza. Il giamaicano Rajindra Campbell e il brasiliano Darlan Romani, quarto nella finale di Doha ma oro mondiale indoor a Belgrado, davanti a Crouser, sono avversari temibili. Infine, Zane Weir, campione d’Europa indoor a Istanbul e quinto a Tokyo nella sua prima finale importante, ha avuto un infortunio alla caviglia che gli ha fatto perdere le chance di podio a Roma, ma resta una minaccia per la competizione.

La prima giornata di gare allo Stade de France si chiude con una finale di grande spessore, che sembra essere una battaglia tra le potenti nazioni africane, con etiopi e keniani a contendersi il podio. Tra i keniani, la squadra è rappresentata da Daniel Mateiko, Nicholas Kipkorir Kimeli e Benard Kibet Koech, che puntano a riportare l’oro olimpico in Kenya, un traguardo che manca dal 1968. Gli etiopi, invece, schierano il campione olimpico di Tokyo, Selemon Barega, affiancato da Berihu Aregawi e Yomif Kejelcha, per cercare di dominare la gara. In aggiunta alla forte competizione africana, gli ugandesi portano in pista il tre volte campione del mondo e detentore del record Joshua Cheptegei, che a Tokyo aveva conquistato il secondo posto, superato solo dal connazionale Jacob Kiplimo. A completare il quadro internazionale, gli Stati Uniti si presentano con Grant Fisher e Nico Young, i principali atleti della nuova generazione americana nel mezzofondo prolungato, pronti a fare il loro ingresso nella competizione olimpica.

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