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Atletica, Stano-Palmisano cercano la magia nella staffetta mista di marcia! Entrano in scena Tamberi e Diaz nella sesta giornata di Parigi

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Gianmarco Tamberi
Gianmarco Tamberi / Fabrizio Corradetti/LaPresse

Non si arresta l’onda azzurra ai Giochi di Parigi. C’è bisogno di un’accelerazione da podio per l’Italia dell’atletica e ci provano quattro pezzi da novanta della squadra azzurra, che sono in gara oggi: Massimo Stano e Antonella Palmisano, i due campioni di Tokyo, che, nonostante gli acciacchi promettono di dare battaglia nella staffetta mista di marcia che fa il suo debutto ai Giochi, il capitano Gianmarco Tamberi, reduce dai problemi renali, e l’ultimo arrivato, il naturalizzato Andy Diaz che disputa la sua prima gara, anche lui reduce da problemi fisici, da italiano.

La giornata inizia molto presto, alle 7.30, con la staffetta mista sulla distanza di Maratona della marcia. L’Italia, a meno di sorprese dell’ultima ora, dovrebbe schierare la sua coppia migliore, composta da Massimo Stano e Antonella Palmisano. Entrambi non sono al meglio: Palmisano arriva dal ritiro nella 20 km e Stano, che ha chiuso quarto la gara individuale, è alle prese con problemi alla caviglia ma vale la pena rischiare, anche perché Fortunato e Trapletti non sembrano nelle stesse condizioni di maggio quando si laurearono campioni del mondo. L’introduzione della nuova specialità all’Olimpiade segue il campionato mondiale a squadre si è tenuta ad Antalya, dove la coppia italiana composta da Francesco Fortunato e Valentina Trapletti ha trionfato. Durante la stessa competizione. Prendendo spunto dalla gara in Turchia, i favoriti per la vittoria includono anche le coppie di Giappone e Spagna, che hanno conquistato rispettivamente l’argento e il bronzo ad Antalya, oltre a Cina, Brasile e Messico. Anche le coppie di Australia e Perù sono considerate tra le possibili contendenti.

Alle 10.05 a Saint Denis entra in scena Gianmarco Tamberi per la qualificazione alla finale del salto in alto. Vigilia tormentata per l’azzurro che ha dovuto fare i conti con un calcolo renale che gli ha procurato febbre alta. Lo scoglio della qualificazione non è mai semplice da superare per Tamberi, che sarà affiancato da Stefano Sottile. A tre anni dall’epica sfida di Tokyo, il palcoscenico olimpico riaccende il duello tra Gianmarco Tamberi, lo specialista più vincente di sempre, e il qatarino Mutaz Barshim, la coppia che si divide l’oro mondiale dal 2017. Ancora una volta, con l’aggiunta del neozelandese Hamish Kerr, sono loro i protagonisti da tenere d’occhio per l’avventura sulle rive della Senna. In questi tre anni, l’azzurro Tamberi ha conquistato il suo terzo titolo europeo a Roma, con la stessa misura di 2,37 metri che gli valse l’oro olimpico in Giappone, condiviso con Barshim. Tra i migliori, si annoverano anche i due atleti che hanno conquistato gli argenti mondiali più recenti, il coreano Woo e lo statunitense JuVaughn Harrison. La specialità è in una fase di ristagno tecnico, con solo i capofila a brillare e pochi altri atleti a superare i 2,30 metri durante la stagione, tra cui l’altro italiano Stefano Sottile.

Non ci sono azzurre al via nei 100 ostacoli che iniziano la loro avventura. Nella storia dei Giochi, come dimostrato nella finale di Barcellona ’92 e nella finale maschile di Tokyo ’21, il pronostico può ribaltarsi in una frazione di secondo. Tutte le protagoniste sono presenti: l’olimpionica uscente Jasmine Camacho-Quinn, le ultime due campionesse mondiali Tobi Amusan, primatista mondiale, e la giamaicana Danielle Williams, vincitrice di due ori sorprendenti. Meritano menzione anche l’oro europeo e stella francese Cyrena Samba-Mayela, l’altra giamaicana Ackera Nugent, la bahamense Devynne Charlton, e le statunitensi Kendra Harrison, Nia Ali, e Alaysha Johnson, tutte separate da pochi centesimi. L’Europa è rappresentata da un gruppo di alto livello con la polacca Pia Skrzyszowska, la svizzera Ditaji Kambundji, e la miglior versione dell’olandese Nadine Visser. Il record olimpico di 12.35 appartiene a Sally Pearson, oro australiano a Londra 2012.

Altra gara senza italiane, il tiro del giavellotto donne, gara di livello medio complessivamente più basso dell’intera edizione parigina dei Giochi. Con l’assenza dell’oro uscente Liu Shiying, le traiettorie da seguire sono soprattutto quelle della campionessa del mondo, la giapponese Haruka Kitaguchi. Tuttavia, l’ultima tappa della Diamond League a Londra ha rimescolato le carte, mettendo in evidenza l’australiana Mackenzie Little e la serba Adriana Vilagos, entrambe in forma olimpica. L’argento di Budapest, la colombiana Flor Ruiz, ha ulteriormente migliorato il suo record sudamericano durante la stagione. Tra le big, spicca anche l’altra australiana Kelsey-Lee Barber. Da seguire con attenzione la campionessa europea, l’austriaca Victoria Hudson. L’altra campionessa europea del 2022, la greca Elina Tzengko, non ha ancora raggiunto le misure del recente passato.

Non ci saranno italiani anche nei 5000 metri uomini di cui si disputa in mattinata il primo turno. Come per Ingebrigtsen nei 1500 metri, anche nei 5000 metri c’è un atleta di spicco: l’etiope Hagos Gebrhiwet, che un mese e mezzo fa a Oslo ha sfiorato il record del mondo e che ha vinto un bronzo a Rio e due medaglie iridate nella stessa distanza. Anche Jakob Ingebrigtsen è iscritto, cercando di replicare all’Olimpiade la doppietta 1500-5000 già conquistata in tre campionati europei. La gara si preannuncia emozionante: parteciperanno il campione olimpico e primatista mondiale Joshua Cheptegei e l’altro top runner ugandese Jacob Kiplimo. Tra gli etiopi, oltre a Gebrhiwet, ci saranno Mehary e Yihune, che insieme hanno solo trentotto anni. Anche diversi europei di ottime prospettive saranno al via, come lo svedese Andreas Almgren, lo spagnolo naturalizzato Ndikumwenayo e Dominic Lobalu, ex-Sud Sudan e ora rappresentante della Svizzera. Da non sottovalutare è il guatemalteco Luis Grijalva, un atleta capace di leggere le gare come pochi.

In tarda mattinata entra in scena uno degli atleti più attesi della spedizione azzurra, Catalin Tecuceanu, che assieme a Simone Barontini, darà l’assalto alla qualificazione in semifinale degli 800. Nelle tre recenti competizioni dei Trials keniani e delle Diamond League di Parigi e Monaco, sono state realizzate ben dieci delle migliori trenta prestazioni di sempre in meno di un mese. Il campione olimpico a Parigi sarà al suo primo oro a cinque cerchi, poiché il vincitore uscente Emmanuel Korir non si è qualificato per i Giochi. Tuttavia, saranno presenti quattro medagliati dei campionati mondiali di Eugene e Budapest: il canadese Marco Arop, il keniano Emmanuel Wanyonyi, il britannico Ben Pattison e l’algerino Djamel Sedjati, che è diventato l’atleta da battere grazie alle sue eccezionali prestazioni di Parigi (1:41.56) e Monaco (1:41.46). Tra i principali contendenti ci saranno anche il francese campione d’Europa Gabriel Tual, l’altro keniano Wyclife Kinyamal, lo statunitense Bryce Hoppel, lo spagnolo argento europeo Mohamed Attaoui e l’azzurro bronzo agli Europei di Roma, Catalin Tecuceanu. Da seguire anche il campione mondiale dei 1500 metri a Eugene, lo scozzese Jake Wightman, che a Parigi accorcerà la distanza ma non le ambizioni. Un europeo non vince l’oro olimpico negli 800 metri dal 2004, quando trionfò Yuriy Borzakovskiy. A concludere la mattinata il turno di ripescaggio dei 1500 donne.

Il pomeriggio si apre con una finale oceanica (20 partecipanti), il salto con l’asta femminile che vede al via con pieno merito (a differenza di qualche altra atleta) due azzurre, Roberta Bruni ed Elisa Molinarolo. L’oro uscente è la statunitense Katie Moon (nata Nageotte), che ha trionfato sia al Mondiale di Eugene sia a Budapest, quest’ultimo ex-aequo con l’australiana Nina Kennedy. Attualmente, Kennedy è una delle atlete più in forma insieme alla svizzera Angelica Moser, campionessa europea in ascesa, mentre la campionessa mondiale indoor Molly Caudery, che è arrivata terza a Roma, è rimasta clamorosamente fuori dalla finale. Tra le favorite si distinguono anche l’esperta slovena Tina Sutej, la plurimedagliata greca Katerina Stefanidi e la canadese Alysha Newman, che sta ritrovando la sua migliore condizione.

C’è Lorenzo Simonelli nella semifinale dei 110 ostacoli che è in programma alle 19.05. Il tre volte campione del mondo Grant Holloway è alla ricerca del titolo olimpico, l’unico che manca nella sua bacheca, sfuggitogli a Tokyo a causa di un raro errore che ha permesso al giamaicano Hansle Parchment di vincere l’oro. Parchment ha seguito le orme del connazionale Omar McLeod, precedente campione olimpico. Holloway, insieme agli altri statunitensi Daniel Roberts e Freddie Crittenden, ha impressionato ai Trials, con tutti e tre gli atleti che sono scesi sotto i tredici secondi per la prima volta. L’italiano Lorenzo Simonelli, campione d’Europa, si è confermato a livelli assoluti, finendo sette centesimi dietro Holloway al meeting di Monaco. L’Europa non vince l’oro olimpico nei 110 metri ostacoli dal 1980 (edizione boicottata dagli USA) e, prima ancora, dal 1976 con il francese Guy Drut a Montreal. Tra i giamaicani, il più quotato al momento è Rasheed Broadbell, che ha già battuto Holloway in gare di meeting nelle stagioni passate. Inoltre, l’Europa ha altre stelle emergenti, come il francese Sasha Zhoya e lo spagnolo Enrique Llopis, che sta dimostrando una crescente autorevolezza, attualmente prevalente sull’altro grande interprete spagnolo, Asier Martinez.

Alle 19.15 entra in scena un altro protagonista atteso della spedizione azzurra, il neo-italiano Andy Diaz, che proprio pochi giorni fa ha completato l’iter per diventare italiano. Diaz è alle prese da qualche mese con problemi fisici che non gli hanno permesso di gareggiare finora. Arriva a Parigi al buio ma ha classe e talento da vendere e ci proverà, in quello che potrebbe diventare un derby tra ex cubani. Tre atleti nati a Cuba, ora sotto nuove bandiere, si distinguono nel mondo del salto triplo. Il campione olimpico Pedro Pichardo rappresenta il Portogallo, il campione d’Europa Jordan Diaz gareggia per la Spagna, e il vincitore della Diamond League Andy Diaz debutta con la squadra italiana ai Giochi di Parigi. Il gruppo di élite del salto triplo si completa con Hugues Fabrice Zango, campione del mondo in carica dal Burkina Faso, e il giamaicano Jaydon Hibbert, detentore del record mondiale U20. Tra i principali contendenti per un posto in finale ci sono anche l’algerino Yasser Triki e il cubano Lazaro Martinez, argento ai Mondiali di Budapest. Una novità interessante è il triplista statunitense Salif Mane, rivelazione dei Trials americani. Il team italiano schiera inoltre Andrea Dallavalle, che vanta un nono posto a Tokyo, un argento europeo nel 2022, un quarto posto ai Mondiali di Eugene e un ottavo agli ultimi Europei, e Emmanuel Ihemeje, che ha partecipato a tre finali mondiali, ottenendo due quinti posti e un settimo a Roma 2024.

C’è Alessandro Sibilio, non al meglio della condizione, nella semifinale dei 400 ostacoli. La rivoluzione di questa gara passa attraverso il ritmo di Karsten Warholm, Rai Benjamin e Alison dos Santos, che insieme detengono ventotto delle migliori trenta prestazioni di sempre. Il norvegese Warholm detiene attualmente i titoli olimpico, mondiale ed europeo, oltre al record del mondo. Lo statunitense Benjamin ha conquistato l’argento in una Olimpiade e in due Mondiali, e si trova al culmine della carriera e della forma fisica. Il brasiliano Dos Santos è il campione del mondo di Eugene e sembra avere ancora margini di miglioramento. A cercare di inserirsi in questo trio di eccellenza, ci sono l’argento europeo e finalista olimpico Alessandro Sibilio, l’estone sempre affidabile Rasmus Magi, i giamaicani emergenti James-King e Clarke, gli altri specialisti statunitensi Allen e Bassitt, il qatariota Samba, spesso ostacolato da problemi fisici, e il caraibico McMaster, argento a Budapest. Un altro talento in fase di esplosione è il brasiliano Matheus Lima.

Filippo Tortu e Fausto Desalu provano la magia nella semifinale dei 200. Il cerchio dei probabili protagonisti nel 200 metri ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 si restringe con la presenza del super-trio statunitense composto da Noah Lyles, Kenneth Bednarek e Erriyon Knighton, insieme al botswano Letsile Tebogo, bronzo mondiale, e al campione olimpico uscente, il canadese Andre De Grasse, che ha recentemente ritrovato la forma migliore. Desta curiosità lo stato di forma del britannico Zharnel Hughes, reduce da un infortunio pre-Europeo. L’Africa si prepara a dare battaglia per la finale, oltre a Tebogo, con numerosi talenti che emergono dall’universo NCAA: l’ugandese Tarsis Orogot, già titolato U20, e la coppia dello Zimbabwe composta da Tapiwa Charamba e Ngoni Makarawe, oltre all’ivoriano Gue-Arthur Traoré. Va notato che un duecentista statunitense non conquista l’oro olimpico da vent’anni, aggiungendo ulteriore suspense alla competizione.

Non ci sono azzurri nella finale del lancio del disco uomini. Dalle Olimpiadi di Mosca l’oro va al collo di un atleta europeo. Anche quest’anno il lotto dei favoriti d’obbligo vede atleti del vecchio continente, a partire dallo sloveno Kristjan Ceh, oro al Mondiale di Eugene e all’Europeo di Roma, allo svedese oro olimpico Daniel Ståhl, le cui traiettorie abituali tardano ad arrivare in questa stagione, fino al primatista mondiale Mykolas Alekna, che dopo l’oro europeo di Monaco ha collezionato tre podi (due mondiali e quello di Roma) senza l’inno lituano. Per lui la scommessa di porre la prima pietra per eguagliare il padre Virgilijus, due volte olimpionico. Al netto dei tre specialisti più titolati, c’è da mettere in conto la caparbietà dell’austriaco Lukas Weisshaidinger e la costante ascesa dell’australiano Matt Denny. In stagione, grandi misure per il samoano Alex Rose.

A seguire sono in programma le semifinali dei 400 donne. L’olimpionica Shaunae Miller-Uibo sta tornando da un infortunio. Per la gara individuale, le favorite per il podio includono la dominicana Marileidy Paulino, oro mondiale e argento olimpico, la polacca Natalia Kaczmarek e la costante Sada Williams di Barbados, entrambe salite sul podio a Budapest. Notevole anche il ritorno ad alti livelli della bahrainita Salwa Eid Naser, che stupì con l’oro mondiale a Doha. Tra le statunitensi, si distinguono per i loro ottimi tempi Ellis, Butler e Holmes, ma dall’America, la giamaicana Nickisha Pryce si presenta con grandi ambizioni, forte del 48.57 registrato a Londra sabato scorso. L’irlandese Rhasidat Adeleke potrebbe sorprendere tutti. L’ultima europea a vincere fu la britannica Christine Ohuruogu a Pechino nel 2008. A Parigi sarà presente anche sua sorella Victoria, semifinalista agli Europei di Roma.

La serata si concluderà con due finali attesissime, quella dei 400 metri uomini, gara incertissima, e quella dei 3000 siepi uomini: tre epoche hanno caratterizzato gli ultimi quindici anni nel salto con l’asta. Prima l’era di Ezekiel Kemboi, che ha conquistato due ori olimpici e quattro mondiali tra il 2004 e il 2015. Poi è arrivata quella di Conseslus Kipruto, che ha vinto un oro olimpico e due mondiali dal 2016 al 2019. Oggi siamo nell’era di Soufiane El Bakkali, il campione marocchino che ha trionfato ai Giochi di Tokyo e ai mondiali di Eugene e Budapest, e che è il favorito anche per questa edizione. Gli avversari principali includono gli etiopi Lamecha Girma, detentore del record mondiale, Samuel Firewu e Getnet Wale. Il Kenya si presenta con l’affidabile Abraham Kibiwot e il promettente Simon Koech. Tra i nomi da tenere d’occhio nella stagione attuale ci sono il tunisino Ahmed Jhinaoui e il primatista d’Oceania Geordie Beamish. L’ultimo europeo a salire sul podio è stato il francese Mahiedine Mekhissi, che ha vinto medaglie a Rio, Londra e Pechino.

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