Atletica

Chi sono gli avversari di Tamberi in finale. Il ‘solito’ Barshim, spaventano Woo e Kerr

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Tamberi Barshim / Lapresse

Gianmarco Tamberi andrà a caccia del grande colpaccio nella finale di salto in alto che stasera animerà le Olimpiadi di Parigi 2024, ma quali saranno i rivali con cui il fuoriclasse marchigiano dovrà fare i conti? L’avversario di riferimento resta il qatarino Mutaz Essa Barshim, l’altro Campione Olimpico di Tokyo 2020. Il tre volte Campione del Mondo è forse in leggera flessione, ma resta un fenomeno assoluto e insegue lo stesso obiettivo di Tamberi: diventare il primo saltatore in alto della storia a trionfare per due volte ai Giochi. L’asiatico, bronzo nell’ultima rassegna iridata, non ha illuminato nel corso di questa stagione e si è fermato a 2.31 metri, mentre nel turno preliminare ha accusato un crampo venendo tra l’altro soccorso proprio dall’italiano, con cui è amico di vecchia data.

Fa molta paura il neozelandese Hamish Kerr, che in inverno si è laureato Campione del Mondo Indoor volando a 2.36 metri, rimasta a lungo la miglior prestazione mondiale stagionale prima dell’affondo piazzato a Roma dal ribattezzato Gimbo (2.37). Il 27enne ha però sempre faticato all’aperto: eliminato in qualifica nelle ultime due edizioni dei Mondiali e decimo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 con 2.30. Il terzo incomodo porta il nome di Sanghyeok Woo, sudcoreano che è arrivato quarto a Tokyo e che nel palmares vanta un argento iridato all’aperto: in inverno si è messo al collo il bronzo ai Mondiali Indoor e in stagione ha toccato quota 2.33, è il numero 3 del ranking alle spalle di Kerr e Barshim, davanti a Tamberi.

Le medaglie dovrebbero uscire da questo quartetto, ma attenzione anche allo statunitense Shelby McEwen, uomo capace di issarsi a 2.33 metri durante questa annata agonistica e decisamente baldanzoso. Tra gli altri contendenti soltanto l’ucraino Oleh Doroshchuk e il ceco Jan Stefela hanno toccato 2.30 in stagione e appaiono un gradino sotto al pari del giamaicano Romaine Beckford, del bulgaro Tihomir Ivanov, del giapponese Ryoichi Akamatsu, del sudafricano Brian Raats.

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