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Ciclismo su pista, il futuro dell’Italia a Los Angeles 2028 sarà la velocità? Predomo guida una generazione di talenti

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Mattia Predomo
Mattia Predomo / IPA

Terminate le Olimpiadi di Parigi alla grande per il ciclismo su pista italiano. Tre medaglie, un oro, un argento ed un bronzo per la spedizione azzurra, che ha addirittura migliorato il bottino di Tokyo, che sembrava già essere a suo modo storico. Marco Villa sta continuando a lavorare benissimo e, nonostante la carenza di velodromi, il movimento italiano è in costante crescita.

Andando a guardare al prossimo appuntamento a Cinque Cerchi, quello di Los Angeles 2028, sicuramente non ci sarà più il capitano della squadra, Elia Viviani, che ha concluso la sua carriera su pista con un meraviglioso argento nella madison. Il quartetto perderà dei pezzi (Filippo Ganna resterà a guidarlo?), ma sono pronti dei ricambi, a partire da Manlio Moro, già presente a Parigi come riserva.

La grande novità per il settore maschile è sicuramente la velocità: completamente assente nelle ultime edizioni, il Bel Paese è pronto a lanciarsi magari verso le medaglie nelle prossime. Il nome più altisonante è quello di Mattia Predomo: ha già esordito tra i grandi, il classe 2004, che quest’anno ha colto un doppio trionfo agli Europei under 23 tra keirin e velocità a squadre. Nomi da segnalare anche quelli di Daniele Napolitano e Stefano Minuta.

Le donne presenti in Francia sono tutte relativamente giovani e proseguiranno sicuramente per un’altra edizione. Alle loro spalle però sta crescendo alla grande un potenziale fenomeno tricolore: Federica Venturelli. Classe 2005, grandissime qualità: può sfondare sia su strada che su pista, la attendiamo già dalla prossima edizione a Cinque Cerchi.

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