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Elisa Di Francisca rivela su Benedetta Pilato: “Ho chiesto scusa, ma nella vita non ci si accontenta”. La nuotatrice: “Non sei mia madre”

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Elisa Di Francisca - Benedetta Pilato
Elisa Di Francisca - Benedetta Pilato / LaPresse

Una nuova puntata della vicenda. Intervistata dal Corriere della Sera, Elisa Di Francisca è tornata sulla tanto discussa dichiarazione nel corso della trasmissione “Notti Olimpiche” in onda su Rai 2 HD, in cui l’ex campionessa di scherma criticò le considerazioni di Benedetta Pilato, rea di dichiararsi contenta del quarto posto alle Olimpiadi di Parigi 2024 nei 100 rana donne, per di più a un centesimo dal podio.

Non ci ho capito niente, non so se ci fa o ci è“, aveva esordito Di Francisca nel corso della trasmissione menzionata. Per questo, l’ex atleta aveva suggerito di rifare l’intervista: “Fatene un’altra per capire cosa voleva dire, con i sottotitoli. Sinceramente non l’ho capita. C’è rimasta male, obiettivamente male. Non è possibile. E’ assurdo, è surreale questa intervista. Che c’è venuta a fare? Io rabbrividisco, dico solo questo“.

Posteriormente all’episodio, si è saputo della telefonata tra le due per chiarirsi, come confermato nell’intervistata al Corriere, sottolineando però un concetto molto chiaro: “È la sofferenza che prepara alla vita, non l’accontentarsi“. Tornando sulla questione: “Quanto ho detto di Benedetta Pilato, è stato strumentalizzato. Ho parlato di pancia, per quella che è la mia storia. Poi ho i miei pregi e difetti. Mi hanno chiesto un commento: mi è venuto da dire quello che ho detto perché ci credo profondamente. Credo davvero che la sofferenza, lo stare male per un risultato che non arriva, sia importante. Lo dico attingendo al mio vissuto di ex atleta della scherma: bisogna provare dispiacere, perché da lì si attinge la motivazione per ripartire alla conquista. Io ho sempre fatto così. Ma non per questo sono una bulla, una violenta, una stro… Sono una persona che delle sofferenze ha fatto tesoro: ho vinto l’Olimpiade a 29 anni, dopo aver perso tanto“, ha precisato Di Francisca.

L’ex schermitrice ha aggiunto: “Tutti i momenti brutti e negativi li ho interiorizzati, per trasformarli in forza. È questo l’insegnamento che darò ai miei figli, senza amarli di meno, naturalmente. Me la sono sempre presa con me stessa e mi sono rimessa in carreggiata. Non a caso, a Roma, tengo tutte le medaglie appese al muro. Ma davanti, invece degli ori di Londra, c’è l’argento di Rio de Janeiro. Il messaggio è: vedi, potevi fare di più. Io quel mordente, quella fame, quella determinazione feroce, in giro, la vedo in pochi. Parliamo di cattiveria agonistica, ovvio: quando salivamo in pedana, ci trasformavamo“.

Una questione generazionale secondo Di Francisca, dipesa dai seguenti fattori: “I ragazzi che si accontentano, i genitori accondiscendenti, la proposta di abolire i voti a scuola… Mi sembra un discorso culturale, di società che sta attraversando un cambio generazionale. Io sono dispiaciuta se ho sbagliato le parole. Il mio intento era cercare di dare un significato più profondo a un risultato che io avrei vissuto in modo molto diverso“.

E sulla telefonata menzionata c’è stata una rivelazione: “L’ho chiamata la mattina dopo l’episodio, ci siamo parlate. Non volevo pensasse che ce l’avevo con lei, una diciannovenne. Ci siamo salutate e le mi ha chiesto perché avessi detto quello che ho affermato. È il mio modo di vivere la vita, figlio del mio modo di essere, ho cercato di chiarire. “Ma tu non sei mica mia madre”, mi ha detto. “Se lo fossi ti direi le stesse identiche cose, ho risposto”. Ma se ho urtato la tua sensibilità, ti chiedo scusa“.

Dichiarando di non sopportare il “buonismo imperante“, Di Francisca ha detto anche la sua sul fatto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà anche chi è giunto quarto ai Giochi: “Una grande novità, conseguenza dei tempi: l’importante è aver raggiunto il proprio traguardo personale, che sia il podio o un quarto posto. Può essere che la chiave sia questa. Continuerò a fare il tifo per Benedetta pur essendo diversa da lei: le auguro di conquistare l’oro a Los Angeles 2028. Io ho la mia storia, lei la sua. Ho detto diversa, badate bene, non migliore“.

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