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Errani/Paolini possono sfatare il tabù del tennis alle Olimpiadi: una medaglia manca da… Parigi 1924!

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Sara Errani
Errani / LaPresse

Sara Errani e Jasmine Paolini riescono finalmente a sfatare quel tabù che il tennis italiano non riusciva ad artigliare da ben cent’anni. Non c’erano stati azzurri al penultimo atto del torneo olimpico fin dal lontano 1924, anche perché il tennis non è stato alle Olimpiadi dal 1928 al 1984 (due le edizioni dimostrative nel 1968 e 1984, qui non contate), prima di tornare a Seul 1988.

Le azzurre hanno posto fine a una lunghissima striscia sfortunata dei giocatori azzurri, che spesso sono arrivati davvero vicini a raggiungere l’obiettivo, salvo poi mancarlo per maggiore o minore margine. La stessa Errani si è trovata in due occasioni nella situazione, insieme a Roberta Vinci. Nel 2012 la bolognese e la tarantina non poterono nulla contro Serena e Venus Williams, in virtù di un sorteggio terribile che, in quelli che si potevano tranquillamente chiamare i Giochi di Wimbledon, visto che la sede era quella dei leggendari Championships. Nel 2016, invece, furono rimontate e battute in un quarto thriller da Barbora Strycova e Lucie Safarova: un 4-6 6-4 6-4 per le ceche che segnò la fine definitiva di una reunion organizzata appositamente per le Olimpiadi, dopo che non giocavano insieme da più di un anno.

Tennis, Errani/Paolini riportano l’Italia in semifinale alle Olimpiadi dopo un secolo!

L’Italia, di suo, aveva avuto un unico semifinalista in qualunque tabellone: Uberto de Morpurgo. Era un’altra edizione parigina, quella, ma nel 1924 si giocava allo Stade de Colombes (sì, quello che poi avrebbe ospitato i Mondiali di calcio nel 1938), che al tempo di sport ne ospitava non pochi. Il grande pioniere del tennis tricolore era un giocatore davvero forte sulla terra rossa, da semifinale agli Internazionali di Francia (noti oggi come Roland Garros) nel 1930, e spesso in grado di giocarsela con le leggende del tempo, dai Quattro Moschettieri di Francia (Jean Borotra, René Lacoste, Henri Cochet e Jacques Brugnon) a Bill Tilden. Al tempo si giocava ai tre set su cinque, e fu il belga Jean Washer a dare a de Morpurgo un gran numero di problemi agli ottavi, dove l’italiano vinse 8-6 al quinto. Superati di slancio i quarti con il giapponese Takeichi Harada, perse in semifinale con l’americano Vincent Richards, che poi riuscì nell’impresa di battere Cochet in finale. Quanto a de Morpurgo, si portò a casa un bronzo di gran lotta, battendo Borotra per 1-6 6-1 8-6 4-6 7-5.

All’atto pratico, in sostanza, qualcosa di straordinariamente nuovo per il tennis tricolore, che però da almeno una dozzina d’anni avrebbe meritato un simile riconoscimento per tutte le vicende che si sono susseguite nel tempo. Le prossime avversarie saranno non facili, le ceche Linda Noskova, una delle maggiori speranze per il futuro del tennis del Paese, e Karolina Muchova, che in singolare al Roland Garros giocò la finale nel 2023 e fu tra coloro che più di tutte seppero mettere in difficoltà Iga Swiatek su un lungo arco di tempo. Fino a oggi, quando la cinese Qinwen Zheng ha piazzato l’impresa sportiva della settimana, cioè batterla là dove non perdeva dal 2021.

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