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Formula 1

F1, per la Ferrari compare già lo spettro del dover pensare “all’anno prossimo”…

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Charles Leclerc
Leclerc / LaPresse

“Siamo davanti alle due Ferrari, che a Montecarlo avevano vinto il Mondiale” aveva detto Fernando Alonso lo scorso 8 giugno, commentando il risultato delle qualifiche del Gran Premio del Canada, nelle quali il veterano spagnolo aveva chiuso al sesto posto, mentre le Rosse si erano attestate in sesta fila.

Sarà stato sfacciato, scomodo, corrosivo, politicamente scorretto, pungente, trash talker e tutto quello che volete. Però gli si può dare torto? Dopo Monaco, da Maranello arrivavano proclami entusiasti – rilanciati e rinforzati da una compiacente grancassa mediatica – nonostante sia risaputo come il budello del Principato non faccia testo in termini agonistici. È una pista sui generis, lo sanno anche i guard-rail.

Eppure, subito dopo l’appuntamento monegasco, era partito il cancan della “Ferrari in lotta per qualcosa di più del Mondiale Costruttori”. Nonostante la Scuderia di Maranello fosse 24 punti DIETRO alla Red Bull e Charles Leclerc ne dovesse recuperare 31 a Max Verstappen… Come sempre, “Cassandra” Alonso ci ha visto bene. Se vendi la pelle dell’orso prima di ucciderlo, allora meriti di essere sbranato. Soprattutto se si tratta di un orso asturiano.

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Il conto dei punti tra il Canada e il Belgio ha detto McLaren 182, Mercedes 170, Red Bull 132, Ferrari 93. Le odierne qualifiche del Gran Premio d’Olanda, le prime successive alla pausa estiva, hanno confermato come le Rosse siano le monoposto più in difficoltà fra quelle alle quali si può conferire lo status di “top team”.

Purtroppo “aver vinto il Mondiale a Montecarlo” non conta da nessuna parte. Bisogna vincerlo ad Abu Dhabi, dinamica che difficilmente si verificherà in questo 2024. In Ferrari devono già cominciare a ragionare sull’anno prossimo e su come festeggiare la maggiore età del titolo di Kimi Räikkönen, datato 2007?

Prima di pensarci meglio vedere quale sarà l’esito del Gran Premio d’Olanda, ancora da correre nonostante premesse ferali, e del Gran Premio d’Italia di domenica prossima. Magari si concretizzerà un miracolo e le carte in tavola cambieranno totalmente nell’arco di pochi giorni, proprio come è stato tra Monaco e Montreal, seppur in senso opposto. In caso contrario, c’è sempre “l’anno prossimo”

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