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I precedenti di Jannik Sinner agli US Open: sin qui lo Slam in cui ha faticato di più

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Jannik Sinner / LaPresse

Lasciando per un momento da parte tutto quello che è successo fino ad ora sul pianeta Jannik Sinner a partire dal pomeriggio di lunedì, osserviamo qui le sue prestazioni nella storia agli US Open. Uno Slam, questo, che gli ha dato sia gioie che dolori, ma col tempo sono diventati maggiori i secondi rispetto alle prime.

In particolare, questo, per Sinner, è stato il primo torneo dello Slam nel quale è riuscito a ottenere l’accesso al tabellone principale. Lo ha raggiunto passando i tre turni di qualificazione, dopo i quali finì per trovarsi di fronte Stan Wawrinka. Allora lo svizzero già non era più quello dei tre Slam vinti, ma era ancora ai piani altissimi del tennis. Eppure Jannik riuscì a creargli davvero problemi, di quelli importanti, rischiando di portarlo al quinto set. Perse in quattro, uscì scuro in volto, ma a fine stagione sarebbe entrato in maniera definitiva nei primi 100 del ranking mondiale, per non uscirne più.

Nel 2020, invece, edizione particolare per tutti. Il Covid, le restrizioni, la mancanza totale di pubblico. E Karen Khachanov. Il russo, numero 11 del seeding, dovette subire particolarmente l’iniziativa dell’altoatesino, che si trovò avanti per due set a zero. Subito dopo, però, a Sinner si bloccò la schiena, tant’è che di fatto sparì dal campo nei due parziali successivi. Nel quinto l’andamento fu surreale, con l’italiano che riuscì miracolosamente ad andare al tie-break, e alla fine furono pochi errori a determinare la sconfitta, per incredibile che possa sembrare.

Il 2021, invece, fu un anno un po’ diverso. Poche le soddisfazioni a livello Slam per l’allora numero 2 d’Italia. 13° del seeding, Sinner lasciò un set tanto all’australiano Max Purcell quanto al sorprendente americano Zachary Svajda. Poi arrivò una battaglia in cinque set contro Gael Monfils, in cui Jannik dovette battere una serie di su e giù, il francese e l’intero Louis Armstrong Stadium che parteggiava proprio per il transalpino. Poi la corsa finì contro Alexander Zverev in tre set, anche se Jannik avrebbe potuto allungare quell’ottavo e non ci riuscì per alcuni grossolani errori nel tie-break del terzo parziale.

Veniamo al 2022, senz’altro l’anno più doloroso per Sinner a New York. Cominciò contro Daniel Altmaier, e il tedesco lo trascinò al quinto, e proseguì contro una versione embrionale dell’USA Christopher Eubanks, battuto in tre parziali, e poi contro l’altro americano Brandon Nakashima, sconfitto in quattro. Ancora cinque set con il bielorusso Ilya Ivashka, in una partita abbastanza strana, e poi la supersfida con Carlos Alcaraz. Se fosse entrato il match point nel quarto set forse le cose sarebbero cambiate, e non di poco. Invece non entrò, l’azzurro perse in cinque nella profonda notte della Grande Mela e uscì dal campo con tantissima amarezza.

Nel 2023, invece, c’erano ancora più speranze, considerato lo status dell’azzurro, nel frattempo diventato testa di serie numero 6. Problemi molto relativi solo con Wawrinka, che riuscì a strappare un set a Sinner, ma l’amara sorpresa doveva ancora arrivare. Sessione notturna sull’Arthur Ashe Stadium, dall’altra parte della rete Alexander Zverev. E, contro tante previsioni, il tedesco piazzò qui uno dei mattoni della ripresa dall’infortunio del Roland Garros 2022, riuscendo a prevalere in cinque set su Jannik. Che, però, da allora non si fermò più.

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