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Judo, l’oro olimpico di Alice Bellandi salva il bilancio della spedizione, ma il potenziale non è stato espresso

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Alice Bellandi
Bellandi / LaPresse

Molte più ombre che luci sul tatami Champ de Mars Arena, la casa del judo alle Olimpiadi di Parigi 2024. La Nazionale italiana si presentava numerosa e con grandi ambizioni, descritta a ragion veduta per i risultati ottenuti nel triennio come la migliore di sempre. Nei Giochi però questo non si è confermato, per tutta una serie di ragioni, tra cui arbitraggi assai sfavorevoli.

Resta la luce accecante di Alice Bellandi e di quell’oro nei -78 kg femminili che in qualche modo ha salvato la spedizione tricolore, dando un seguito alle straordinarie qualità dell’azzurra, capace di riconquistare il metallo più pregiato a distanza di 16 anni dall’ultima volta per quanto riguarda una donna (Giulia Quintavalle a Pechino 2008).

Tuttavia, il potenziale della squadra nostrana non è stato è stato espresso al 100% e lo si può intuire anche dai ben quattro quinti posti ottenuti dal Bel Paese (tre individuali e uno nel team event) che testimoniano la profondità di questa compagine.

L’Ital-judo, per il materiale a disposizione, ha l’opportunità di rifarsi in vista dei prossimi Giochi di Los Angeles, dal momento che il trio formato da Bellandi-Parlati-Lombardo sarà nel pieno della maturità agonistica e atlete come Susy Scutto, forti anche dell’esperienza, sapranno convertire le emozioni per un evento di questo genere in benzina nel proprio motore.

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