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Julio Velasco Re Mida: “Oro costruito in 4 mesi, le ragazze si sono compattate. Non avevo l’ossessione come Baggio”

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Velasco / Lapresse

Qui e ora“. È stato questo il mantra nel magico percorso della Nazionale femminile di volley in questi Giochi Olimpici di Parigi. Le azzurre hanno sfatato il tabù e realizzanto il sogno di tutto il movimento della pallavolo italiana: vincere l’oro a Cinque Cerchi. Non è stato solo un successo, ma un autentico trionfo, perdendo solo un set nell’intero torneo e disputando la migliore partita nella Finale contro gli Stati Uniti, campioni di Tokyo.

Le americane sono state letteralmente demolite, sportivamente parlando, dalle nostre portacolori con il punteggio di 25-18; 25-20; 25-17. Per il CT Julio Velesco, dopo l’argento di Atlanta ’96 con la compagine tricolore al maschile, arriva quel metallo più pregiato che mancava, non concepito però come un’ossessione, ma essendo conseguenza di quanto costruito.

Devo ancora rendermi conto di quanto abbiamo fatto. È stata un’Olimpiade straordinaria, abbiamo perso solo un set in tutte le partite che abbiamo disputato. Il nostro approccio è stato il seguente: pensare una palla alla volta, senza dare troppo peso al punto perso. Le ragazze sono state formidabili in questo perché, pur avendo avuto dei momenti difficili, sono state in grado di rimanere sempre in partita con determinazione e lucidità. Hanno avuto fuoco in difesa e freddezza a muro. Una combinazione fantastica e la miglior partita è stata questa Finale per l’oro“, ha raccontato Velasco ai microfoni di RaiSport HD.

Il CT ha voluto approfondire il modo in cui le azzurre sono arrivate a questo risultato: “Solitamente, per preparare i Giochi servono quattro anni, ma per quanto è accaduto tutto questo si è creato in quattro mesi. Ho fatto scelte che ci permettessero di avere un cambiamento veloce. Con alcuni gruppi questo non è possibile crearlo, ma con queste ragazze lo abbiamo fatto. Ritengo che con questa vittoria tutto il movimento della pallavolo femminile italiana possa avere una spinta ulteriore. Probabilmente, mancava un successo di questo genere e sono convinto che ancora più ragazze vorranno essere in palestra e cimentarsi in questa fantastica disciplina“.

Velasco ha poi voluto concludere sul discorso “oro mancante” e sulla sconfitta contro l’Olanda nella Finale olimpica della squadra maschile con lui in panchina del ’96: “Io non vivo quel risultato con rammarico, non mi sento come Roberto Baggio che ripensa con amarezza al rigore sbagliato contro il Brasile nel Mondiale del ’94. Quella squadra, che ho avuto il piacere di allenare, è stata straordinaria e ha perso una partita per due palloni. Questo è lo sport: a volte due palloni ti fanno vincere e a volte perdere. Non ho mai vissuto quest’avventura con l’ossessione dell’oro mancante e non è per questo che ho deciso di allenare la Nazionale femminile. Era una squadra che in passato aveva fatto molto bene, ma stava vivendo una fase difficile. Il mio obiettivo era quella di riportarla ai primi posti, poi per vincere l’oro dipende da tante cose. In questo caso, non si è semplicemente vinto, ma lo abbiamo stravinto“.

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