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Massimo Stano esemplare alle Olimpiadi: lotta per la medaglia, poi la caviglia lo tradisce ed è quarto. Ecuador in estasi

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Massimo Stano
Stano / Grana/FIDAL

Massimo Stano ha gareggiato come un autentico leone nella 20 km di marcia che ha aperto il programma dell’atletica alle Olimpiadi di Parigi 2024, gettando il cuore oltre l’ostacolo dopo l’infortunio rimediato pestando malamente una bottiglietta durante i Mondiali di marcia a squadre disputati in primavera. Il Campione Olimpico di Tokyo 2020 si era presentato nella capitale francese dopo un recupero fisico rapidissimo e condizionato da un mese in cui nei fatti non ha potuto allenarsi nella maniera corretta.

Il fuoriclasse pugliese ha fatto gara di testa fin dalle battute iniziali e nei pressi del decimo chilometro ha iniziato a impostare un ritmo sostenuto, contribuendo da assoluto protagonista allo sgranamento del gruppo di testa. Il forcing progressivo ha presentato il conto ad annunciati protagonisti come lo svedese Perseus Karlstroem (Campione d’Europa), il giapponese Koki Ikeda (argento a Cinque Cerchi tre anni fa) e il cinese Jun Zhang (colui che lo sconfisse a Taicang lo scorso 3 marzo in occasione del record italiano).

Negli ultimi quattro chilometri sono rimasti in quattro al comando: oltre all’azzurro c’erano l’ecuadoriano Brian Daniel Pintado, il brasiliano Caio Bonfim e lo spagnolo Alvaro Martin. L’allievo di Patrizio Parcesepe sembrava poter avere anche il passo per inventarsi la magia e puntare a una medaglia, ma purtroppo quando mancavano due chilometri e mezzo al traguardo si sono palesati dei problemi alla caviglia sinistra.

In occasione di uno dei giri di boa sul percorso allestito al Trocadéro all’ombra della Torre Eiffel ha purtroppo appoggiato male il piede sull’asfalto e ha saltellato, come se avesse accusato una fitta. In quel momento si è spenta un po’ la luce, proprio sul più bello: è mancato quel mese di preparazione, altrimenti si starebbe parlando di una storia più dolce. Massimo Stano ha stretto i denti, ma si è un po’ staccato dai tre avversari nei cinquecento metri successivi e li ha dovuti lasciare andare via.

Il 32enne ha poi ritrovato le energie e nell’ultimo chilometro si è addirittura riportato sotto allo spagnolo Alvaro Martin, fermandosi a un solo secondo dalla medaglia di bronzo. L’azzurro ha tagliato il traguardo con il tempo di 1h19:12, che è comunque il terzo della carriera, superiore soltanto al suo primato nazionale (1h17:26 lo scorso 3 marzo a Taicang) e al crono di 1h17:45 siglato cinque anni fa a La Coruña, a dimostrazione che oggi ha marciato davvero molto forte nonostante ritornasse da un infortunio.

La medaglia d’oro è finita al collo dell’ecuadoriano Brian Daniel Pintado, che ha accelerato nell’ultimo chilometro e ha trionfato con il tempo di 1h18:55, tramortendo la resistenza del brasiliano Caio Bonfim (argento in 1h19:09, gravato da due cartellini) e dello spagnolo Alvaro Martin (bronzo in 1h19:11, il Campione del Mondo era l’acclarato favorito della vigilia). Alle spalle di Stano si sono piazzati il canadese Evan Dunfee (1h19:16), il sorprendente etiope Misgana Wakuma (1h19:31, record nazionale), poi i due giapponesi Koki Ikeda (1h19:41) e Yuta Koga (1h19:50).

Francesco Fortunato si è staccato attorno a metà gara e ha terminato al ventesimo posto in 1h20:38. Massimo Stano ha ampiamente meritato la possibilità di partecipare alla staffetta mista, verosimilmente in coppia con Antonella Palmisano, tra poco impegnata nella sua 20 km, dove si presenta da Campionessa Olimpica. Il tandem pugliese sarà tra i favoriti per il podio nella nuova specialità, che tra qualche giorno farà il proprio esordio nel programma dei Giochi.

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