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Tennis
Matteo Berrettini sul seguito del tennis in Italia: “Il nostro è un Paese di tifosi di calcio, ma stanno cambiando le cose”
Matteo Berrettini quest’oggi farà il proprio esordio nel Masters1000 di Cincinnati contro il danese Holger Rune. Un inizio complicato per il romano, che però è apparso decisamente in ripresa nell’ultimo periodo, citando i due tornei consecutivi vinti sulla terra rossa di Gstaad (Svizzera) e di Kitzbuehel (Austria). Motivi per sorridere è tornato ad averne Matteo e nello stesso momento il tennis italiano sta godendo di un momento molto positivo.
I risultati di Jannik Sinner sono noti e rappresentati dal primato nella classifica mondiale. Oltre al pusterese, altri si stanno facendo apprezzare, citando Lorenzo Musetti che si è tinto di bronzo nell’ultimo torneo olimpico a Parigi o sul versante femminile lo straordinario percorso di Jasmine Paolini. “L’Italia è un Paese di tifosi di calcio ma adesso quando c’è un grande match di tennis la nazione si ferma un po’ e questo mi fa sentire enormemente fiero. Penso che abbiamo fatto una strada enorme, e il meglio deve ancora venire“, ha dichiarato Berrettini, intervistato da Andy Roddick.
Parlando del suo periodo di difficoltà, il romano ha sottolineato: “Mi sono fatto male tante volte anche da piccolo, ma mi sono sempre considerato uno bravo a rientrare. Lo consideravo un po’ il mio super potere. Spesso mi sono infortunato nei momenti in cui ero al top. Mi sono operato alla mano nel 2022 quando ero al best ranking. Sono tornato, ho vinto per la seconda volta il Queen’s e sono andato a Wimbledon, ma ho preso il Covid. L’anno prima mi ero qualificato alle Finals di Torino e mi sono infortunato agli addominali. Nel tennis è importante giocare con continuità“.
Una continuità che l’azzurro spera di avere in questa seconda parte di 2024: “Prima, mi mettevo addosso molta pressione perché non volevo perdere posizioni in classifica. Ma le cose non andavano bene e a un certo punto ho sentito il bisogno di staccare, di alleggerirmi, ritrovare la gioia per il tennis. E ora sono tornato. Quando ti senti bene vorresti giocare sempre, perché quello che ti dà una partita è unico. Ma è allo stesso tempo importante allenarsi, è importante non giocare una settimana anche per far riposare la mente. Devi essere intelligente, imparare dal tuo passato e dagli errori“.
In vista degli US Open, per la classifica attuale, ci potrebbe essere un incrocio con Sinner prima del tempo come a Wimbledon: “Il livello era davvero altissimo. Mi auguro che non succeda di nuovo a New York, per nessuno di noi due“.