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Nuoto di fondo, Acerenza senza rimpianti: “Fisicamente ero morto. Sono andato oltre i miei limiti”

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Domenico Acerenza
Acerenza / LaPresse

Domenico Acerenza è andato vicino all’alloro della vita. Il ventinovenne di Potenza ha lottato fino all’ultima bracciata per un posto sul podio nella 10 chilometri di nuoto di fondo alle Olimpiadi, ma le acque della Senna gli regalano purtroppo un quarto posto, l’ennesimo dei Giochi della spedizione italiana.

L’azzurro è rimasto tra i migliori fino alla fine, rimanendo in scia a Kristof Rasovsky, Oliver Klemet e David Betlehem. Mentre i primi due hanno trovato nel finale il ritmo giusto per andare a giocarsi l’oro, con l’ungherese trionfante, Acerenza ha provato ad anticipare la volata, venendo però bruciato dall’altro magiaro e lasciandolo così con la medaglia di legno in mano.

Non so nemmeno che dire, sono morto – debutta Acerenza ai microfoni Rai – Ho dato tutto, mi sono divertito. Una gara in cui la tattica è stata fondamentale, ho dato il mio massimo e ho fatto tutto quello che potevo, nell’ultimo giro ho cercato di strappare per riprendere i primi due e stare alla loro scia. Speravo che nessuno mi affiancasse nel finale, ero fisicamente morto. Quando ho visto che Betlehem mi ha affiancato ho cercato di resistere ma ero già oltre le mie forze, non so chi mi ha dato le forze di arrivare“.

Acerenza poi prosegue sottolineando la propria soddisfazione al netto del problema alla spalla che lo ha condizionato negli ultimi tempi: “Ci ho provato, ce l’ho messa tutta: non posso recriminare. L’ultimo mese non è stato un periodo facile per il mio problema alla spalla. Ho provato a non pensarci, ma ora credo che debba curarmi. Sono contento di come sia andata, è sempre un quarto posto alle Olimpiadi, non ai campionati regionali. Poi non avevamo mai provato le condizioni del fiume, con la corrente. Ho cercato di isolarmi dalle chiacchiere e di fare il mio massimo, per uscire da ogni gara con la volontà di aver dato tutto. Sono soddisfatto del lavoro e del mio allenamento, significa che questo era il mio destino“.

 

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