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Nuoto, Italia in alto con le punte alle Olimpiadi di Parigi. Meno profondità rispetto a Tokyo

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Ceccon / IPA Sport

Le Olimpiadi di Parigi hanno chiuso i battenti e, come al solito, è tempo di bilanci. L’Ital-nuoto si è portata a casa cinque medaglie, se si tiene conto solo della piscina, mentre sono sei se si considera il podio di Ginevra Taddeucci nelle acque libere. Un bilancio di 2 ori, 1 argento e 3 bronzi. L’avventura tricolore nella capitale francese è stata più qualitativa rispetto a quella nipponica, dal momento che tre anni fa il metallo pregiato non fu ottenuto dai nostri portacolori (2 argenti e 5 bronzi, tenendo conto anche del nuoto di fondo).

Pesano moltissimo i sigilli personali di Thomas Ceccon nei 100 dorso e di Nicolò Martinenghi nei 100 rana, al pari della doppietta argento-bronzo di Gregorio Paltrinieri nei 1500 e negli 800 stile libero. Il restante bronzo è quello della 4×100 stile libero che si è confermata su standard molto elevati.

Una rassegna a Cinque Cerchi, dunque, con i metalli pregiati, ma con meno profondità. In Giappone i finalisti furono 19, con 8 record nazionali e 13 primati personali. In questo caso, si può affermare che le “seconde linee” non siano riuscite ad avere lo stesso rendimento. Si deve prendere atto di 14 finalisti, con Alberto Razzetti all’atto conclusivo in tre gare (200 delfino, 200 e 400 misti).

Sono mancati i primati dal punto di vista cronometrico, dal momento che Simona Quadarella è stata l’unica a stabilire il record nazionale negli 800 stile libero (quarta posizione finale) e i soli Razzetti (200 delfino), Leonardo Deplano, Lorenzo Zazzeri (50 stile libero), Luca De Tullio (800 stile libero) e Sofia Morini (100 stile libero) hanno siglato i loro personali.

Un aspetto chiaramente che deve portare a delle riflessioni, come la mancata qualificazione all’atto conclusivo di tante staffette, tra cui la mista uomini che era bronzo olimpico e le zero medaglie dal settore femminile.

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