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Perché Naldi ha provocato la positività di Sinner e dove è stata acquistato lo spray contenente il Clostebol

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Emergono nuovi dettagli sulla sequenza di eventi che ha portato alla (doppia) positività al doping di Jannik Sinner, poi scagionato ufficialmente nella giornata di ieri per assunzione inconsapevole del Clostebol, uno steroide anabolizzante vietato dal codice mondiale antidoping. Gli involontari protagonisti di questa vicenda sarebbero Umberto Ferrara e Giacomo Naldi, rispettivamente preparatore atletico e fisioterapista del numero 1 ATP.

In base alla ricostruzione riportata negli atti del processo, Ferrara avrebbe acquistato tra il 12 ed il 13 febbraio presso una farmacia di Bologna (la ‘Santissima Trinità’ di via Santo Stefano) il Trofodermin, uno spray per curare le ferite acquistabile senza ricetta che contiene tra le varie sostanze anche il Clostebol, liberamente vendibile in Italia. L’episodio incriminato è avvenuto poi nel mese di marzo, in occasione del Masters 1000 di Indian Wells, periodo in cui Jannik ed il suo staff alloggiano tutti insieme in una villa.

Il 3 marzo Naldi si ferisce al mignolo della mano sinistra mentre cerca qualcosa nella sua borsa da lavoro. Il taglio è provocato da uno scalpello utilizzato per togliere i calli. Due giorni più tardi Ferrara, che aveva portato con sé il farmaco comprato in farmacia a Bologna, consiglia a Naldi di utilizzare il Trofodermin per le sue qualità cicatrizzanti e antisettiche.

A questo punto sul verbale della sentenza si legge di una discrepanza tra la versione di Ferrara e Naldi, in particolare se “il signor Ferrara avesse avvertito il signor Naldi dell’aspetto dell’antidoping“. In ogni caso Sinner era totalmente all’oscuro dell’utilizzo del farmaco in questione da parte del suo fisioterapista. Naldi ha dichiarato di aver letto solo in un secondo momento che lo spray conteneva il Clostebol, perché quando Ferrara glielo ha dato era già stato estratto dalla sua scatola.

Naldi ha confermato di aver effettuato diversi massaggi senza guanti, alcuni durati anche più di un’ora, tra il 5 ed il 13 marzo, provocando quella che poi è stata definita come una “contaminazione transdermica” venendo a contatto con alcune lesioni cutanee del 23enne altoatesino. Ed è proprio così che una quantità infinitesimale dello steroide vietato è entrato nell’organismo dell’azzurro.

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