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Promossi e bocciati Olimpiadi: Tita/Banti i migliori sportivi italiani; grazie Viviani, ora serve un erede

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Elia Viviani / Lapresse

PROMOSSI

Givevra Taddeucci (nuoto di fondo): nel nostro borsino le avevamo attribuito il 10% di possibilità di andare a medaglia. Questo vi fa comprendere quale grande impresa sia riuscita a realizzare. E dire che ai Mondiali dello scorso mese di febbraio aveva addirittura mancato la qualificazione ai Giochi. Poi l’ha lungamente inseguita attraverso il ‘piano B’, ovvero il tempo limite nei 1500 sl stabilito al Settecolli. Il bronzo era un risultato davvero inaspettato. Una bella favola all’italiana.

Ruggero Tita/Caterina Banti (vela): in questo momento sono i migliori sportivi italiani in circolazione, peccato non siano celebrati come meritino. Vantano 2 ori olimpici, 4 Mondiali e 4 Europei. Due vere e proprie icone, tra l’altro gli undicesimi azzurri di sempre a bissare il titolo olimpico, i terzi nel Nuovo Millennio dopo Valentina Vezzali e Niccolò Campriani. Imbattibili!

Carlo Tacchini/Gabriele Casadei (canoa slalom): arrivavano alle Olimpiadi a fari spenti dopo il Mondiale dello scorso anno. In batteria avevano dimostrato di poter finire in top5, ma sarebbe servita un’impresa per il podio. I due turni ravvicinati (semifinale e finale) li hanno agevolati, perché i portacolori del Bel Paese possiedono doti di recupero importanti, non sono dei velocisti puri. E quindi è arrivata una meritatissima medaglia d’argento, che la canadese tricolore attendeva addirittura dal 1960!

BOCCIATI

Elia Viviani (ciclismo su pista): ha dato tanto, tantissimo al ciclismo italiano. È stato il pioniere che ha rilanciato la pista quando era praticamente scomparso. A Rio 2016 raggiunse l’apice della carriera con l’oro olimpico, poi a Tokyo nel 2021 conquistò un bronzo sorprendente. Oggi, a 35 anni, non poteva fare di più. Il nono posto è un risultato onorevole, ma le medaglie erano fuori portata. Da qui a Los Angeles occorrerà trovare un’alternativa al veronese. Magari Juan David Sierra?

Larissa Iapichino (salto in lungo): c’erano grandi aspettative, nonché la sensazione che fosse finalmente l’occasione buona per valicare la fatidica soglia dei 7 metri, sufficiente per mettersi al collo una medaglia. Invece è mancato ancora una volta l’exploit. La gara è stata buona, per carità, ma senza il guizzo decisivo. Purtroppo sono ben 14 i quarti posti dell’Italia a Parigi 2024: se non raggiungeremo quota 40, sapremo il motivo.

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