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Simone Biles sa sbagliare, sa rimontare, sa vincere: le lezioni della rinascita, i fantasmi dimenticati e i record olimpici

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Simone Biles
Biles / Lapresse

Simone Biles ha dovuto sudare fino all’ultima rotazione per vincere una gara e questa è già una notizia. Una splendida Rebeca Andrade ha minato alcune certezze della fuoriclasse statunitense per un’ora e mezza, prolungando il duello per la conquista della medaglia d’oro nel concorso generale individuale all’attrezzo conclusivo (il corpo libero). La brasiliana ha cercato di crederci a quote altissime, ben sapendo che al quadrato non ci sarebbe stata partita salvo errori enormi: non ci sono stati e l’americana si è imposta sfondando comunque il muro dei 59 punti e chiudendo i conti con 1,2 lunghezze di margine nei confronti della verdeoro.

Doveva essere una delle gare più scontate di tutte le Olimpiadi di Parigi 2024: lo svolgimento è stato più serrato del previsto, complice un clamoroso errore commesso dall’americana alle parallele asimmetriche e costato nel complesso un punto, ma poi l’esito si è rivelato essere quello che tutti davano per ovvio alla vigilia dell’evento. Simone Biles si è imposta di forza nella gara che incorona la Reginetta della Polvere di Magnesio, ovvero la ginnasta più completa sui quatto attrezzi, e ha aggiornato la sua sequela di record spropositati: i fantasmi dei twisties di Tokyo sono definitivamente stati sconfitti.

Siamo di fronte alla terza versione di Simone Biles, nei fatti in ogni ciclo olimpico qualcosa è cambiata: questa volta è matura (ha 27 anni), è sposata, è la ginnasta americana più anziana a disputare i Giochi, non ha più paure o timori, è più sciolta e libera, ha iniziato a vivere l’artistica con più tranquilità. Il talento di Columbus ha conquistato la medaglia d’oro a cinque cerchi nell’all-around per la seconda volta in carriera dopo Rio 2016, diventando la terza ginnasta a fare festa per due volte ma la prima a riuscirci in due edizioni non consecutive (la sovietica Larisa Latynina si impose nel 1956 e nel 1960, la ceca Vera Caslavska nel 1964 e nel 1968).

Proprio Larisa Latynina sta diventando un serio obiettivo: è la donna più vincente di sempre alle Olimpiadi (considerando tutti gli sport) con nove medaglie d’oro nel cassetto. Simone Biles è ferma a sei e potrebbe ambire al pareggio, ma ha bisogno di vincere tutte le finali di specialità a cui è qualificata (volteggio, trave, corpo libero). Al momento ha eguagliato il numero di ori di due icone della ginnastica maschile come il giapponese Akinori Nakayama e il bielorusso Vitaly Scherbo, mentre sul fronte delle medaglie è a nove: le 18 di Latynina restano irraggiungibili.

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