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Sinner positivo e assolto: un caso già visto in Italia con Bortolotti

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse / Olycom

La positività con assoluzione (per, va detto, motivi davvero molto evidenti) di Jannik Sinner ha riportato alla mente a qualcuno un caso che fu ben poco considerato in Italia ai tempi, quello di Marco Bortolotti. Una situazione, la sua, che ricalca davvero molto da vicino quella del numero 1 del mondo perché passa quasi dalle stesse situazioni.

Bortolotti, 33 anni, è uno di quei giocatori per cui il fattore “seconda giovinezza sportiva” vale. Proprio quest’anno, infatti, è riuscito a entrare nei primi 100 in doppio, a furia di vittorie nei tornei Challenger (tra cui anche una in coppia con Andrea Vavassori), mentre in singolare non è mai riuscito a salire oltre la 350a posizione.

Nativo di Guastalla, provincia di Reggio Emilia, Bortolotti fu trovato positivo al Challenger di Lisbona, nell’ottobre dello scorso anno. La sua vicenda è stata seguita molto all’estero, mentre in Italia se n’è occupato soprattutto Riccardo Bisti su Tennis Magazine Italia. Anche lui, come Sinner, fu “pizzicato” per il Clostebol. Fu informato il 30 gennaio, rinunciò alle controanalisi e, due giorni dopo, spedì la sua spiegazione all’ITIA.

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Sebbene nella sentenza non vengano rese pubbliche alcune parti (una pratica, quella di oscurarle, utilizzata in specie quando ci sono dei dettagli intimi di mezzo), in sintesi va detto che Bortolotti riuscì a dimostrare che quella positività aveva una spiegazione e soprattutto una base di involontarietà. La sua carriera è andata avanti senza altri problemi, riprendendo già a metà febbraio dalla fine di gennaio che era.

Un caso, quello dell’emiliano, che dunque ha meno dettagli noti di quelli di Sinner, ma che ne ricalca alla fine dei conti il percorso. Questo perché, va ricordato, la persona in questione è stata in grado di dimostrare con precisione tutti i fatti. O meglio: questa non è provata oltre ogni dubbio, ma è stata ritenuta scientificamente plausibile, e tanto basta.

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