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Tennis, Us Open 2024. Novak Djokovic sfida la “maledizione del campione in carica” che da 15 anni aleggia su New York

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Novak Djokovic LaPresse
Novak Djokovic LaPresse

Tra i temi forti dell’imminente Us Open di tennis c’è quello legato al fatto che, negli ultimi 15 anni, il campione in carica dello Slam newyorkese non sia riuscito a confermare il proprio titolo! Si tratta di una sequenza senza precedenti in qualsiasi Major, cominciata nell’ormai lontano 2009.

Difatti l’ultimo tennista capace di imporsi a Flushing Meadows da detentore del titolo è stato Roger Federer, in un 2008 che sa tanto di passato remoto. All’epoca, l’elvetico inanellò la quinta affermazione di fila sul cemento statunitense. Da allora, chi ha vinto lo US Open ha sempre dovuto masticare amaro dodici mesi dopo. Ne sa qualcosa proprio lo svizzero, inaspettatamente sconfitto da Juan Martin Del Potro nella finale 2009.

Beninteso, ammesso e non concesso che il detentore del titolo abbia potuto provare a difenderlo. In alcuni casi, la “maledizione” è stata talmente forte da impedire al campione in carica di giocare l’edizione seguente! Al riguardo, ecco i risultati ottenuti dal title holder da quando si è instaurato questo sortilegio.
2009: Roger Federer, sconfitto in finale
2010: Juan Martin Del Potro, assente causa infortunio
2011: Rafael Nadal, sconfitto in finale
2012: Novak Djokovic, sconfitto in finale
2013: Andy Murray, eliminato nei quarti
2014: Rafael Nadal, assente causa infortunio
2015: Marin Cilic, eliminato in semifinale
2016: Novak Djokovic, sconfitto in finale
2017: Stan Wawrinka, assente causa infortunio
2018: Rafael Nadal, eliminato in semifinale
2019: Novak Djokovic, eliminato negli ottavi
2020: Rafael Nadal, assente per scelta
2021: Dominic Thiem, assente causa infortunio
2022: Daniil Medvedev, eliminato negli ottavi
2023: Carlos Alcaraz, eliminato in semifinale

Si tratta di una sequenza eclatante che, come detto, non ha precedenti nell’Era Open. Per trovare qualcosa di simile si deve tornare al periodo dal 1968 al 1979 quando, per 12 anni di fila, il campione in carica non si confermò. All’epoca, però, la dinamica venne favorita dal cambio di superficie (erba fino al 1974, terra dal 1975 al 1977, cemento dal 1978). La “maledizione” venne spezzata nel 1980 da John McEnroe, riuscto peraltro nell’impresa con due epiche vittorie su Jimmy Connors in semifinale e Björn Borg in finale.

Per dare una dimensione di quanto sia forte il tabù corrente, è sufficiente gettare un occhio agli altri Slam

  • In Australia, il periodo più lungo senza affermazioni consecutive nell’Era Open è pari a 7 edizioni, verificatosi due volte, dal 1969 al dicembre 1977 e dal 1994 al 2000. I due uomini in grado di invertire la tendenza furono rispettivamente Guillermo Vilas e Andre Agassi.
  • A Parigi si è arrivati al massimo a 6 anni, quelli dal 1995 al 2000, prima della conferma di Gustavo Kuerten.
  • A Wimbledon la sequenza più marcata giunge a 7, anche in questo caso capitata in due occasioni. Dal 1987 al 1993 (spezzata da Pete Sampras) e dal 2008 al 2014 (rotta da… Novak Djokovic).

Allo US Open siamo arrivati a 15 anni consecutivi senza un back-to-back, il che significa come questa successione sia più che doppia rispetto a quella più lunga verificatasi in qualsiasi altro Major da quando il tennis è diventato professionistico!

Dunque, la parola al riguardo passa a Novak Djokovic. A lui il compito di infrangere l’incantesimo di New York. Se c’è qualcuno in grado di riuscire nell’impresa, forse è proprio lui. Viceversa, appuntamento al 2025 con chissà quale nome…

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