Tennis
US Open, Emma Raducanu quasi in lacrime in conferenza stampa: “A volte vorrei non aver mai vinto il torneo tre anni fa”
La depressione è un tema che nello sport internazionale viene toccato in maniera sempre in maniera relativa. Un mostro che non dovrebbe esistere per gli spettatori meno attenti, che guardano all’agonismo come un mondo in cui gli atleti sono degli eroi ma anche dei privilegiati per poter vivere grazie a quella che per la maggior parte del mondo è una passione. Ma sono tanti gli sportivi che si sono ritrovati a fare i conti con uno dei mali del secolo.
E tra di loro potrebbe rientrare anche la situazione di Emma Raducanu: tre anni fa sconvolse il mondo con un inaspettato successo agli US Open, senza perdere un set a soli diciotto anni; sembrava la nascita di una nuova stella, ma per varie vicissitudini, soprattutto fisiche, non è mai riuscita a confermare le aspettative su di lei, non riuscendo più ad ottenere risultati di rilievo.
E nella conferenza stampa dopo la sconfitta con Sofia Kenin, la sua voce si rompe dall’emozione fino quasi a spezzarsi in due dalle lacrime: “Mi sento depressa, triste. Qui voglio sempre cercare di fare bene, tornerò ad allenarmi e analizzare cosa ho sbagliato, per migliorarmi nel resto della stagione“.
E nella stessa conferenza, mostra anche una certa insofferenza a ciò che circonda il tennis stesso: “A volte vorrei non aver mai vinto gli US Open. Quello che c’è attorno al circuito non è un posto piacevole o sicuro. Ti senti sempre in guardia, con squali lì fuori: la gente mi vede come un salvadanaio“.
Emma Raducanu è la dimostrazione di come la vita di un atleta sia tutte rose e fiori. Le aspettative che piano piano crescono sempre di più, gli impegni istituzionali e una vita privata che diventa praticamente inesistente; sono solo alcuni dei fattori da tenere conto per dei ragazzi che magari, come nel caso della britannica, vengono travolti in tenera età da un mondo più grande di loro, facendogli anche pensare, qualche volta, a mollare tutto e cambiare vita. Ciò che si vede dalla tv o dagli spalti, l’evento sportivo, è solo la punta di un iceberg molto più grande di quello che pensiamo.