Pallavolo
Volley femminile, il miracolo italiano: dieci mesi per cambiare marcia e salire sul tetto del mondo
A 22 anni esatti dal trionfo mondiale di Berlino, l’Italia risale sul tetto del mondo e stavolta lo fa conquistando l’oro olimpico. Di quella squadra faceva parte Manu Leggeri che è stata chiamata da Julio Velasco per far parte dello staff tecnico di questa Nazionale che, come quella del 2002, in finale ha sconfitti gli USA andandosi a prendere quell’oro che mai era stato conquistato da una squadra di pallavolo italiana.
E’ stata la vittoria di un movimento, di un mondo che va sempre più allargandosi perchè in Italia ormai la pallavolo è diventata, assieme alla ginnastica, lo sport prediletto dalle ragazze e da anni le azzurre vincono tanto a livello giovanile, in Europa e nel mondo. Proprio da questo movimento sono spuntate le ragazze che ieri sono salite sul gradino più alto del podio che si erano rivelate al mondo nel 2018 con lo splendido secondo posto mondiale in Giappone e poi hanno affrontato la tortuosa strada dell’assestamento quando tutti si aspettavano che fosse automatico il rapporto: secondo posto mondiale con squadra giovane uguale ad anni di dominio in lungo e in largo.
L’assestamento porta guai e, prima ai Giochi di Tokyo e poi al Mondiale 2022, sono uscite le magagne con risultati al di sotto delle attese. Ancora peggio è andata lo scorso anno: fuori da tutto, anche dall’Europeo giocato praticamente in casa. Poi il cambio di allenatore e di mentalità. Julio Velasco ha fermato e invertito la marcia di un treno indirizzato verso il precipizio e ha unito sia l’esperienza di mental coach, sia quella di tecnico sopraffino, capace come pochi altri di leggere le situazioni che si vengono a creare in campo.
Il sistema muro-difesa dell’Italia resterà negli annali come la qualità del servizio e la capacità di limitare al minimo gli errori in attacco che erano il tallone d’Achille di questa squadra un anno fa. In poco più di tre mesi lo staff tecnico (Bernardi, Leggeri, Barbolini e Velasco) ha cambiato il volto della squadra e a Parigi si sono raccolto i frutti.
Le feste domani saranno finite e ci sarà da ripartire pensando, per ora, meno alla Nazionale rispetto ai Club ma soprattutto puntando a dare a questa squadra qualche elemento nuovo che arrivi dai settori giovanili di qualità e che possa crescere a dismisura