Nuoto
Alberto Razzetti: “Voglio fare tante gare e tengo aperta la porta ai 100 farfalla. Nel dorso sto migliorando”
Alberto Razzetti è stato uno dei grandi protagonisti del nuoto italiano nell’ultimo ciclo olimpico culminato con i Giochi di Parigi 2024, proseguendo il suo graduale percorso di crescita dopo l’improvvisa esplosione del biennio 2020-2021. Il ligure ha ben figurato anche nella rassegna a cinque cerchi, disputando ben tre finali individuali (200 e 400 misti, 200 farfalla) ma non riuscendo a conquistare una medaglia. L’azzurro, in attesa di disputare le prime gare del nuovo quadriennio, si è raccontato a OA Sport tornando sull’esperienza di Parigi e proiettandosi verso il futuro.
Ti aspettavi qualcosa in più dalle Olimpiadi? A posteriori, cosa ti è mancato per salire sul podio?
“No, in realtà non mi aspettavo di più. Sono contento di quello che ho fatto. L’obiettivo, come ho sempre detto già da prima, era provare a fare tre finali su tre gare. Che era già un obiettivo ambizioso e per niente scontato, come si è visto dal livello medio che c’è stato in quelle gare. Quindi già aver raggiunto quell’obiettivo lì secondo me è una grande cosa. Son contento. Cosa mi è mancato per salire sul podio? Forse nei 400 metri misti, quella che era più fattibile… ci son tantissime variabili, è difficile da dire. Poi dipende anche dalla gara stessa, il tempo è relativo anche a quello. È mancato sicuramente qualche decimo, quindi è difficile determinare in che cosa. Secondo me ci son tante cose che si potevano fare meglio, come ogni volta, però è difficile determinare a cosa sia dovuto di preciso“.
Cosa significa entrare in acqua, per te e per tutti gli altri, sapendo già che l’oro è assegnato ad un fenomeno come Marchand?
“Ormai in tutte le gare che ho fatto, come poteva essere nel delfino con Milak fino all’anno scorso, si sa che quando c’è lui teoricamente l’oro è già assegnato. Però sinceramente è una cosa a cui non ho mai pensato, non è che mi faccio troppo condizionare da questa cosa. Onestamente prima di una gara, specialmente una gara importante, tendo inizialmente a pensare a quello che devo fare io. Di conseguenza, certo, ci son anche gli altri, quando uno è più forte ed è più bravo bisogna solo dirgli bravo. Però non mi faccio troppo condizionare da questa cosa. Quindi è una cosa che nella tua testa sai che c’è, però personalmente non ci do troppo peso“.
In vista di Los Angeles 2028 prenderai una decisione tra misti e farfalla oppure continuerai a portare avanti entrambi?
“No, sinceramente non penso proprio di cambiare quello che ho fatto finora. Perché comunque 200 e 400 metri misti e 200 nel delfino sono gare compatibilissime l’una con l’altra. Sotto più punti di vista, di allenamento soprattutto, sono gare che si possono allenare tranquillamente insieme. Come ho dimostrato che si può fare fino adesso, come dimostrano appunto Marchand, che si sta parlando di lui, e tanti altri. È una cosa che all’estero è normale, fare più discipline. Quindi non vedo perché uno si debba per forza specializzare su una gara, una cosa che a me sinceramente non è mai piaciuta. Più gare si fanno e più occasioni si possono avere secondo me. Personalmente cerco di tenermi più strade aperte possibili, anche perché mi piace fare più gare possibili, gareggiare tanto e differenziare le cose anche per renderla un po’ meno noiosa“.
Il dorso è sempre stato il tuo punto debole nei misti. Sei migliorato, ma in questo stile sei ancora discontinuo: per quale motivo?
“Discontinuo direi di no onestamente. Sì certo, magari non sono al livello di tanti altri ragazzi che fanno la mia gara. Però perlomeno sono sempre sul mio livello, e anzi, ultimamente continuo sempre a fare qualche passo in avanti. Chiaramente è un percorso che richiede tempo. Già dal 2021 quando ho fatto i miei primi passi nella scena internazionale, da quando ho ricominciato a fare i 400 metri misti, son già migliorato molto. Son passato già a far dei tempi migliori. Il motivo è semplicemente che magari non ero troppo nei miei ritmi e devo sicuramente migliorare, però penso che lo sto facendo e si può continuare su questa strada“.
I 100 farfalla potrebbero rappresentare uno sviluppo per la tua carriera, anche in chiave 4×100 mista, o sono una distanza troppo breve per le tue caratteristiche?
“Sicuramente mi piacerebbe il discorso dei 100 farfalla. Come ho detto anche prima, più gare e cose posso fare e più son contento. Perché no? Per me potrebbero essere sicuramente compatibili. Mi sarebbe piaciuto vedere quanto potevo fare a Parigi, perché sapendo che probabilmente la staffetta sarebbe toccata a me, mi ero preparato anche per quello nei mesi prima. Purtroppo non ho mai potuto sapere quanto avrei potuto fare. Io mi sentivo bene anche in velocità, penso che avrei potuto fare un ottimo tempo. Purtroppo non lo sapremo mai quanto potevo fare a Parigi per ovvie ragioni. È una cosa da tenere aperta in futuro. Dipenderà dalle situazioni, dalle condizioni, da tutto. Però non vedo perché precludere a prescindere una strada che può essere una cosa in più“.
Ci racconti i tuoi allenamenti?
“Questa domanda è un po’ difficile per me (sorride, ndr). Io personalmente, te lo possono confermare tutti quelli che mi conoscono, faccio allenamento, faccio quello che mi dicono, poi lo cancello, non mi ricordo praticamente mai quello che ho fatto già. Se mi chiedi l’allenamento del giorno prima, me lo son già dimenticato. È un po’ difficile descrivere per me i miei allenamenti. Ne faccio dieci alla settimana, doppio tutti i giorni tranne il mercoledì e il sabato. Dipendono poi tanto anche dai periodi dell’anno. Quando si carica si fanno più km ed è più aerobico. Si fa tanto lavoro, io personalmente, sui misti e sulla farfalla che sono le mie gare. Descrivere i dettagli mi viene più difficile ma non perché ho segreti o cose varie, ma perché onestamente ci dovrei pensare parecchio“.
Nel tuo percorso di crescita, sia sportivo che personale, hai avuto un idolo al quale ti sei ispirato?
“Non sono uno che ha mai avuto troppi idoli. Anche da bambino. Mi è sempre piaciuto guardare tanti sport fin da piccolo. Poi ovviamente apprezzavo le gesta di tutti gli sportivi che facevano dei grandi risultati. Da un po’ tutti questi qua son cose da cui si può trarre ispirazione poi per proseguire nella carriera, al livello poi che ognuno ha. Non saprei dirti un nome in particolare. Ti dico però che ho conosciuto negli ultimi anni sia come sportivo che come persona, e che rispetto e ammiro tantissimo, Gregorio Paltrinieri. È veramente il numero uno su tutto secondo me“.
Come proseguirai il tuo 2024?
“Adesso sono iniziati gli allenamenti a settembre. Ora c’è stata la prima parte di preparazione. Le prime gare saranno: la Coppa del Mondo in Asia, farò tutte e tre le tappe, e dopodiché ci sarà tutta la parte delle gare in vasca corta, gli assoluti. Che andranno poi a terminare con i Mondiali in vasca corta a Budapest. Il mio 2024 proseguirà così“.