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C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA! Jannik Sinner padrone degli US Open, secondo Slam per il n.1 incontrastato!

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Jannik Sinner vince per la prima volta nella propria carriera gli US Open. Il numero 1 del mondo batte la speranza più grande del tennis degli Stati Uniti da 18 anni a questa parte di portare a casa lo Slam di New York, Taylor Fritz, con il punteggio di 6-3 6-4 7-5. Per la seconda volta l’altoatesino si porta a casa uno Slam nel 2024, e raggiunge in questo senso Guillermo Vilas, che in Era Open è stato l’ultimo a vincere i primi due Slam in carriera nello stesso anno. Un pomeriggio newyorkese che Jannik non dimenticherà, e nel quale è stato in grado anche nei momenti meno facili (relativamente pochi) di far ricorso alle sue doti migliori, il tutto di fronte anche a diversi tricolori che si vedono sull’Arthur Ashe Stadium, mai come oggi un catino a stelle e strisce. Ma il vincitore è italiano, ed è al sesto torneo vinto nell’anno.

Il primo punto va a Sinner, con un preciso dritto lungolinea sulla riga. Fritz entra in campo un po’ meno pronto, ma tanto basta perché arrivino subito due palle break a favore di Jannik. Basta la seconda, con uno smash a rimbalzo che il californiano spedisce appena largo. Passano poco più di dieci minuti ed è l’italiano a dover fronteggiare una situazione di 15-40. Recupera con autorità, ma un doppio fallo gli nega il 3-1 e, sulla terza chance per Fritz, il dritto in avanzamento a seguire il servizio lo mette in rete: 2-2. Il numero 1 del mondo subito prova a riprendersi il maltolto, ma uno scambio duro e lungo lo vede mandare appena largo il dritto. Le occasioni ritornano sul 3-3: sono due, ed è una palla corta ben congegnata che rimanda avanti Jannik. Da quel momento per lui arrivano minuti da totale dominio, che lo portano ad avere tre set point in fila sul 5-3. La terza è quella buona, a certificare un set nel quale Fritz mette il 38% di prime in campo e in cui Sinner vince 16 degli ultimi 20 punti.

Qualche piccolo patema per l’azzurro arriva sull’1-1, quando un paio di risposte molto profonde di Fritz portano l’americano sul 15-30. Il servizio toglie Sinner dai guai, ma in generale c’è una variazione importante rispetto al parziale d’apertura. Il nativo di San Diego, infatti, sale di rendimento con la prima, ben oltre il 70%, e in qualche occasione, in risposta, riesce a trovare gli ultimi centimetri di campo per ricavare punti di rilievo. Quel che manca è la costanza, e del resto Jannik glielo fa pesare impietosamente. E, del resto, ogni volta che si va su una variazione anche minima, di quelle che Fritz soffre (e che, per fare un esempio, Musetti gli fece pesare a Wimbledon, nei quarti), il confronto a favore del numero 1 del mondo neanche si pone. Sul 5-4 Sinner decide di allontanarsi in risposta, ed è la scelta vincente: l’americano non trova più ritmo, finisce sotto 15-40 e si vede passare alla propria destra un magistrale rovescio lungolinea di Jannik che vale i due set a zero. Il tutto pur con il 78% di prime in campo e l’83% di punti vinti con essa.

A inizio terzo parziale arriva il primo momento di calo di Sinner dalle fasi iniziali: va sotto 0-40, ma tra gestione tattica dei punti e prime inattaccabili Fritz non può rimpiangere nessuna delle tre palle break. In buona sostanza, il set procede in maniera regolare, ma con highlights importanti quando Jannik chiude i game (rovescio lungolinea per il 2-1, dritto in arretramento dal centro per il 3-2). Ed è nel sesto gioco che l’italiano ha due chance per indirizzare totalmente il match: in entrambi i casi, però, il dritto difetta. E questo carica Fritz, il quale gioca uno splendido schema palla corta-pallonetto-smash per il 15-30 e poi un dritto dei suoi che apre alla chiusura del punto che vale il 15-40. Sinner commette doppio fallo, il californiano prende il break di vantaggio. Fa un po’ fatica a gestire la chance di andare sul 3-5, ma sul 4-5 Jannik ritrova belle risposte, un dritto che fa malissimo e la capacità di vincere un punto strepitoso, con due righe di Fritz tenute prima di giocare la palla corta e tenere l’americano a rete sapendo che quello è il suo punto debole. Detto fatto: 5-5. L’azzurro torna a sentire ancor più proprio il dritto, sul 6-5 va 0-30, poi Fritz sbaglia totalmente proprio con il dritto. E poi un altro errore, nell’ultimo, durissimo scambio. Quello che fa entrare ancor più Jannik Sinner nella storia.

Nelle due ore e 15 minuti di match, per l’azzurro non c’è neppure una così elevata percentuale di prime in campo (51%-59%), ma quel che impressiona è il dato dei punti vinti con la prima: l’88%, contro il 68% (per buona misura viziato dal set d’apertura) di Fritz. Numeri sì importanti, ma che comunque sono nel contesto di un momento nel quale Jannik è sempre più l’uomo che guarda tutti dall’alto in questo sport.

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