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Ciclismo femminile, Elisa Longo Borghini: “Sono riuscita a dare il 100%, in volata non era scontato arrivare sul podio”

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Elisa Longo Borghini
Elisa Longo Borghini / IPA Sport

Tina Ruggeri di InBici ha intervistato Elisa Longo Borghini, che ha conquistato la medaglia di bronzo nella prova in linea della categoria donne élite ai Mondiali 2024 di ciclismo, andata in scena a Zurigo, in Svizzera, chiudendo alle spalle della belga Lotte Kopecky, oro, e della statunitense Chloé Dygert, argento.

Il bilancio della prova iridata: “Sono sono contenta di come sia andata la corsa sinceramente, perché ci eravamo comunque preposti di arrivare qui con la Nazionale per vincere la gara in supporto a me, e le ragazze lo hanno veramente fatto, ci hanno veramente provato, e quindi un ringraziamento speciale va a loro, e se ci penso anche in maniera particolare ad Elisa Balsamo, che si sposerà ai primi di ottobre ed era qui a tirare per me, e poi vorrei spendere una parola di ringraziamento a Soraya Paladin, perché sicuramente la prova di mercoledì non l’ha lasciata soddisfatta ed ero sicura che non fosse quello il suo vero valore, invece oggi ha dimostrato di essere veramente forte, ha fatto una gara splendida ai miei occhi e ci abbiamo provato, abbiamo provato in tutti i modi a vincere la corsa ed è arrivato però un bronzo che mi soddisfa, perché sono riuscita a dare il mio 100% ed anche in volata non era scontato arrivare sul podio e ci sono riuscita, e sono orgogliosa di me stessa“.

Sulla volata a sei conclusiva: “Ho visto gambe stanche, e soprattutto ho visto Vollering, quasi disperata a vincere questo Mondiale e, di conseguenza sapevo che avrebbe tirato e ho provato a lanciarla lunga proprio perché so di essere un’atleta di endurance, e in una gara così le volate non sono scontate. Demi Vollering era molto forte, ma secondo me, forse, era troppo disperata, e a volte, come ho detto nella conferenza stampa, quando vuoi troppo una cosa, non riesci o comunque incappi in piccoli errori che ti fanno perdere la corsa, però questo non per mettere in croce la povera Demi, perché alla fine anche lei avrà provato a fare il meglio, ma perché semplicemente è così, e quindi anche chapeau a lei, che ci ha provato al 100%“.

L’analisi complessiva della stagione: “Ci ho brevemente pensato sul podio, e non ero molto sicura di di me stessa, soprattutto quando sono caduta e sono rimasta fuori dal Tour, e mi sono sentita anche un po’ sciocca a cadere in allenamento così ed autoeliminarmi dal Tour, però ancora una volta devo ringraziare tantissimo il mio allenatore, Paolo Slongo, perché mi ha sostenuto e mi ha detto ‘Vedrai che arriviamo al Mondiale in un’ottima condizione’. In quel momento gli ho detto ‘Sarà…’. Anche prima del Romandia sono stata male una notte, e quindi non sono riuscita a partecipare, ma Paolo non ha mai perso le speranze, e per fortuna, perché io invece ero un pochino indecisa. Nell’ultima settimana prima di arrivare qui gli ho disobbedito tantissimo, perché sono uscita a cercare delle risposte sulle salite, a fare i miei test sui 10 minuti a cercare di fare i tempi e quant’altro. Paolo continuava ‘Devi stare tranquilla, perché sei in forma’, e io cercavo risposte a destra e sinistra, poi alla fine mi ha un po’ ripreso e gli ho detto ‘Ok, va bene’“.

La morte della giovanissima elvetica Muriel Furrer ha toccato in modo particolare l’azzurra: “Alla fine è una ragazza che ha tre anni più di mia nipote, e pensare che potrebbe essere lei mi ha toccato particolarmente. Io ho pensato tanto a mia cognata ed a mio fratello, ed a tutta la mia famiglia, ed alla fine è una ragazza che avrebbe corso con me, è una parte del gruppo“.

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