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Ciclismo, il percorso dei Mondiali 2025: tante salite in Africa

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Ciclismo / Lapresse

I Mondiali 2025 si disputeranno in Rwanda (o Ruanda, la modalità di scrittura del nome di questo Stato è equivalente): per la prima volta nella storia la rassegna iridata si svolgerà in Africa. Sarà la capitale Kigali a ospitare la manifestazione, che andrà in scena dal 21 al 28 settembre. Sarà un momento davvero storico per l’universo del pedale, pronto a esplorare un nuovo Continente e a espandersi verso nuovi territori, regalando un grandissimo spettacolo su un tracciato estremamente impegnativo.

Si preannuncia infatti uno dei percorsi più difficili della storia, visto che per la prova maschile è previsto un dislivello totale di 5.475 metri: come un tappone alpino del Giro d’Italia o del Tour de France (se non peggio). Si gareggerà a 1.400 metri sul livello del mare, lungo un circuito diviso in due fasi da ripetere quindici volte. Si tratta dunque di un tracciato riservato ai grandissimi scalatori, come non accadeva da molto tempo.

I corridori percorreranno per 15 volte un circuito piuttosto movimentato di 15,1 chilometri che comprende gli strappi della Côte de Kigali Golf (800 metri all’8,1% di pendenza media) e della Côte de Kimihurura (1,3 km al 6,3%), scollinata a una manciata di chilometri dall’arrivo. Dopo nove giri di questo anello, i corridori affronteranno per una sola volta un circuito che prevede anche la Côte de Péage (1,8 km al 5,9%), il Mont Kigali (5,9 km al 6,9%) e il Mur de Kigali (400 metri all’11%). Completata questa tornata, resteranno da percorrere i sei giri finali del circuito principale.

Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard guardano con interesse alla possibilità di conquistare la maglia arcobaleno, mentre altri fenomeni come Remco Evenepoel, Wout van Aert e Mathieu van der Poel potrebbero soffrire le difficoltà altimetriche. La prova maschile sarà lunga 267,5 chilometri, mentre quella femminile si snoderà per 167,4 chilometri con un dislivello totale di 3.350 metri che potrebbero essere congeniali alla nostra Elisa Longo Borghini.

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