Ciclismo

Ciclismo, Primoz Roglic il cavallo di Troia che la Slovenia potrebbe usare per far saltare il banco?

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Roglic / LaPresse

Quello di Zurigo potrebbe essere un Mondiale cinque stelle. Il percorso da quasi 4000 metri di dislivello promette tantissima battaglia tra gli uomini migliori del panorama internazionale. In tanti considerano Tadej Pogacar come uno dei grandi favoriti, se non il favorito della gara di domenica, ma al suo fianco ci sarà una freccia parecchio appuntita in Primoz Roglic. Che all’occorrenza potrebbe anche muoversi in autonomia.

Un’altra Vuelta a España per il leader della Red Bull-Bora-Hansgrohe, che nella corsa iberica ha dimostrato ancora una volta tutto il suo valore di corridore: non sono in molti quelli che avrebbero recuperato quasi cinque minuti ad un avversario di rango come Ben O’Connor. Semplicemente, un passo avanti a tutti i ‘comuni mortali’. Ma forse, un mezzo passo indietro rispetto agli extraterrestri.

Cioè quelli che si chiamano Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel. Rispetto a loro l’età incombe e anche allo scorso Tour, prima del ritiro, sembrava essere il quarto dei quattro fenomeni. E tra i tre che lo precedono, due sono presenti alla gara, oltre a quell’altro atleta incredibile di Mathieu van der Poel che cerca la doppietta dopo il gran successo di Glasgow.

E infatti, a trentacinque anni, il recupero fisico diventa molto più complicato. Lo si è visto nella cronometro di domenica scorsa, chiusa con un mediocre dodicesimo posto ad oltre due minuti da Remco Evenepoel e venendo raggiunto da Filippo Ganna sul traguardo. Ne è consapevole anche lo stesso Roglic, con ancora una Vuelta sulle spalle e nelle gambe. Forse per questo sa che parte leggermente indietro nelle gerarchie della Slovenia, alle spalle del cannibale Pogacar. E per questo, potrebbe anche rappresentare un po’ un’esca nelle fasi salienti di gara.

Un po’ come fece al Tour de France 2022. Quando, nella frazione del Col du Granon, attaccò a tutto spiano per far stancare Pogacar, facendo un po’ da ‘testa di ponte’ per Vingegaard, che poi diede la stoccata decisiva per vincere la sua prima Grande Boucle. Stavolta però Pogi avrà Roglic al suo fianco, con la chance di poterlo usare da ‘chiave di volta’ per il finale.  Ma se per qualche motivo le cose dovessero cambiare, Primoz, da buon fenomeno, saprebbe farsi carico delle responsabilità.

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