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Ciclismo, ricompense per chi segnala doping meccanico: “Motori sempre più piccoli, dobbiamo combattere”

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Ciclismo / Lapresse

La lotta contro il cosiddetto doping meccanico è sempre più al centro dell’attenzione dell’Unione Ciclistica Internazionale: motori nascosti e meccanismi che forniscono un aiuto agli atleti rappresentano un’illegalità sempre più diffusa nel panorama mondiale e il presidente Davide Lappartient ha pensato di garantire delle ricompense a coloro che informeranno e segnaleranno chi fa uso di motori elettrici e mezzi illeciti in generale.

L’UCI sembra dunque volersi avvalere di informatori, la cui identità non verrà rivelata, riguardo all’utilizzo di sistemi che possono alterare il risultato di una competizione. Il cosiddetto “pacchetto retributivo”, che prevede forme di sostegno materiale e finanziario, è stato presentato dalla stessa organizzazione: “Le misure che saranno adottate sono state progettate per compensare adeguatamente individui o entità che forniranno informazioni preziose. L’importo del risarcimento dovrà tenere conto dello sforzo o del potenziale investimento effettuato dalla fonte, nonché del potenziale rischio di difficoltà o ripercussioni derivanti dalla divulgazione dei dati raccolti e denunciati“.

Le informazioni raccolte potranno essere inviate in forma anonima a un indirizzo mail dedico o tramite la piattaforma SpeakUp. Il presidente David Lappartient ha dichiarato, attraverso il podcast Ghost in theMachine: “Credo che con le nuove tecnologie, con motori che stanno diventando sempre più piccoli e forse più difficili da rilevare, dobbiamo investire di più nella tecnologia e anche nella ricerca per combattere il doping meccanico. Voglio assicurarmi che le bici testate alla fine di una gara siano quelle realmente utilizzate. Mi sembra che il processo non sia infallibile al 100%. A volte non sai perché i corridori cambiano bici dieci chilometri prima dell’arrivo. Voglio che tutti siano sicuri al 100% che cattureremo i truffatori. Non abbiamo paura di prendere grandi nomi. Vent’anni dopo Armstrong, il ciclismo ha riacquistato credibilità. È stato un processo lungo, ma se domani emergesse un caso di doping meccanico, questo potrebbe distruggere il nostro sport“.

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