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Tennis
Coppa Davis 2024, il girone dell’Italia nasconde insidie: Brasile, Belgio e Olanda ai raggi X
Sarà una fase a gironi di Coppa Davis, nel suo format attuale, particolare per quel che riguarda la conformazione delle squadre. E non si parla solo dell’Italia, visto che di figure di spicco che salteranno questa fase ce ne sono parecchie, in virtù dell’estrema vicinanza degli US Open (si comincia due giorni dopo la finale). Andiamo qui a vedere quali sono le prospettive delle tre selezioni che Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli, Matteo Berrettini, Simone Bolelli e Andrea Vavassori si troveranno davanti.
Cominciamo dalla prima squadra che gli azzurri sfideranno: il Brasile. La prima notizia è che non c’è Thiago Seyboth Wild, che ad oggi è numero 2 brasiliano, ma con fiducia relativamente scarsa allo stato attuale delle cose. E l’altro Thiago, Monteiro, primo giocatore dei verdeoro per classifica, è difficile sia un pericolo: uscito subito agli US Open, è andato a cercar fortuna sulla terra del Challenger di Genova, dove lo ha eliminato Francesco Passaro nei quarti di finale al tie-break del terzo set. Teoricamente l’uomo sul quale c’è maggior curiosità si chiama Joao Fonseca, è classe 2006 e quest’anno ha già fatto vedere valide qualità, anche se per il momento si trova fuori dai 150 e la sua è una parabola tutta da costruire. Non costituirebbe problema neppure Felipe Meligeni Alves (nipote di Fernando, un personaggio particolarissimo nel tennis degli Anni ’90), mentre può dare di più il doppio, formato da uno storico specialista quale Marcelo Melo e dal nuovo emerso Rafael Matos.
Per quel che riguarda il Belgio, invece, la variabile principale riguarda l’assenza di David Goffin. Già comunicata, va detto, a suo tempo, ma rimane il fatto che l’ex top ten in questo periodo stava, e sta, ritrovando un livello di gioco in grado di riportarlo su una via più consona alla sua forza non passata. Ci sarà senz’altro, invece, Zizou Bergs, un talento mai veramente esploso, ma che quest’anno l’ha portato dentro i primi 80 del ranking ATP. Dovrebbe comunque essere affare gestibile, bene o male, dagli azzurri. Il problema non si pone con il secondo eventuale singolarista, atteso dal ballottaggio a tre tra Joris de Loore, Raphael Collignon e Alexander Blockx, che Steve Darcis ha deciso di portare tutti a Bologna in attesa di sciogliere le riserve a ridosso dell’apertura. Una riserva che si è sciolta nella serata di ieri, in cui Collignon e Blockx sono stati tenuti a scapito di de Loore. Vietato, comunque, andare sull’1-1 al fine di evitare un confronto abbastanza incerto con due top del doppio, Sander Gillé e Joran Vliegen, quest’anno vincitori a Montecarlo e l’anno scorso finalisti Slam al Roland Garros.
Infine, alla domenica, i Paesi Bassi, noti quasi universalmente come Olanda (che però è una coppia di regioni). Questa è certamente la selezione più quotata su tutta la linea, avendo sia Tallon Griekspoor, autore di una stagione costante che lo ha tenuto attorno al 30° posto ATP, che Botic van de Zandschulp, assurto agli onori delle cronache per l’incredibile parabola degli ultimi mesi. Pareva destinato al ritiro dopo la terrificante (nel punteggio) sconfitta contro Fabio Fognini a Parigi, poi si è rimesso in sesto ed è stato capace di diventare il terzo giocatore a sconfiggere per tre set a zero Carlos Alcaraz, nella fattispecie al secondo turno degli US Open. Poi è uscito con il futuro semifinalista Jack Draper. Nessuna speranza (o quasi) di essere schierato per Jesper de Jong, mentre il doppio, salvo sconvolgimenti, dovrebbe essere disputato dall’ormai riconvertito Robin Haase e da Wesley Koolhof, che invece è specialista. Anche in questo caso si tratta di una coppia da tenere d’occhio, sebbene meno collaudata di altre (hanno giocato assieme poche volte e tutte tra il 2018 e 2019).