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Coppa Davis 2024, l’Italia si affiderà ad un doppio di specialisti: quasi una prima volta nella gestione Volandri

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Vavassori, Bolelli / LaPresse

A lungo è stato sostenuto un tema, nell’attuale format della Coppa Davis: quale doppio per l’Italia? Un fattore di importanza aumentata ancor più rispetto al passato, perché se con la formula storica il doppio valeva il 20% del risultato, adesso quel valore è aumentato a un terzo con soli tre match a disposizione. Dunque, ecco spiegata la questione dell’importanza.

Per questo 2024, la risposta al dilemma c’è. E l’hanno portata, a suon di risultati (due finali Slam disputate, due tornei vinti in stagione, a Buenos Aires e Halle), Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Con il torinese che, in più, arriva a Bologna (anzi, Casalecchio di Reno, perché lì si trova l’Unipol Arena) con i galloni di campione Slam in doppio misto assieme a Sara Errani. In buona sostanza, è stata trovata la coppia giusta che, a meno di scossoni o infortuni (quelli che colpirono Vavassori nel 2023), sarà impiegata nelle occasioni in cui si dovrà giocare il terzo incontro. In questo caso, tutti i match del girone e quelli, eventuali (cioè se si va sull’1-1), nelle Finals.

Dal 2021 al 2023, queste sono state le coppie utilizzate nella gestione Volandri: Fognini/Musetti (Italia-USA gironi 2021), Fognini/Sinner (Italia-Colombia gironi e Italia-Croazia quarti 2021), Bolelli/Sinner (Slovacchia-Italia preliminari 2022), Bolelli/Fognini (Italia-Croazia, Italia-Argentina, Italia-Svezia gironi 2022, Italia-USA quarti 2022), Berrettini/Fognini (Italia-Canada semifinale 2022), Arnaldi/Bolelli (Italia-Canada gironi 2023), Musetti/Sonego (Italia-Cile gironi 2023), Bolelli/Musetti (Italia-Svezia gironi 2023), Sinner/Sonego (Italia-Paesi Bassi quarti e Italia-Serbia semifinale 2023).

Da questo andamento si può notare come l’unica altra volta in cui Filippo Volandri ha potuto fare affidamento su un doppio collaudato si è avuta nel 2022, quando Bolelli tornò di fatto a fare coppia fissa con Fabio Fognini: i due avevano vinto, va ricordato, gli Australian Open nel 2015 ed erano in grado di mettere in grande difficoltà, e anche battere, i big della specialità. Tolta quella fase, per varie ragioni, un vero doppio fisso non c’è mai stato, e si è andati un po’ a seconda del momento. Particolare fu la situazione della semifinale con il Canada nel 2022, quando Bolelli s’infortunò e fu richiamato Matteo Berrettini, teoricamente (e anche praticamente, come poi si vide) a ben più che mezzo servizio.

Paradossalmente, la parte del doppio è quella maggiormente ricca di spunti in tema di fine settimana bolognese, giacché, oltre a Bolelli e Vavassori, sono presenti altre figure della specialità di rilievo: Sander Gillé e Joran Vliegen per il Belgio, Rafael Matos e Marcelo Melo per il Brasile, Wesley Koolhof e (in parte) Robin Haase per i Paesi Bassi. Di questi, Koolhof è senz’altro il maggiormente qualificato in materia, mentre Gillé/Vliegen e Matos/Melo sono coloro che fanno coppia fissa. Ed ecco perché la presenza di Bolelli e Vavassori, con l’attuale format, è importante.

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